Va bene la ricetta, ma come ho brassato la mia Märzen?
Ad essere precisi, per realizzare questo stile sarebbe Obbligatorio effettuare un mash ben specifico chiamato "Decozione".
Cos'è la decozione?
E' una tecnica che prevede di provare parte del mosto (E grani) dal tino di mash e portarlo a ebollizione per alcuni minuti, per poi re-inserirlo nel tino di mash. Questo procedimento permette di passare direttamente alla fase successiva di ammostamento e permette di creare dei sapori maggiormente aromatici e donare un colore più carico.
Per approfondire l'argomento vi consiglio il link al sito RovidBeer di Davide Cantoni.
Per pigrizia (La decozione è un processo che allunga i tempi di produzione) ho utilizzato una scorciatoia che garantisce un risultato finale molto simile, anche se non più sostituire il metodo classico.
Ho inserito in ricetta una percentuale di Malto Melanoidin che emula i sentori della decozione anche se a lungo andare la Birra perde le caratteristiche ricercate. Diciamo che è una buona scorciatoia per birre bevute giovani.
Quindi in conclusione ho eseguito un classico Mash monostep con Mash Out a 78° ma dettando la temperatura a 90'.
Ho optato per un tempo di bollitura maggiore, rispetto ai canonici 60' per cercare di caramellizzare maggiormente il mosto.
Per il resto il processo di produzione ha seguito il classico processo di realizzazione con i sistemi All-in-One.
Segnalo solo che per fermentare la mia Prima lager ho optato per l'utilizzo di 3 bustine di lievito secco Fermentis W-34/70 che molto ritengono estremamente valido e che permette un profilo molto pulito della Birra.
Come al solito... ecco la mia video-cotta!
Buona visione.
Märzen è uno stile di Birra della famiglia Pale Lager le cui origini risalgono al XVII secolo. Birra a bassa fermentazione più forte delle classiche lager.
Il suo nome deriva dal mese di marzo perchè veniva prodotta alla fine della stagione brassicola che per legge doveva concludersi il 23 Aprile (Per riprendere il 29 Settembre).
I mastri birrai tedeschi creavano questa Birra più alcolica e maggiormente luppolata capace di conservarsi per circa 6 mesi e di resistere nei mesi estivi, in modo da poter essere consumata a Settembre.
Proprio per questo la Birra servita alla celebre OktoberfestBier di Monaco di Baviera è una Märzen.
Impressioni Generali: Lager ambrata Tedesca elegante e maltosa, dal sentore di pane tostato e un amaro limitato con un finale secco che invoglia a berne ancora. L'impressione generale data dal malto è morbida, elegante e complessa con retrogusto ricco ma mai stucchevole.
Aroma:
Moderato malto Tedesco con note di pane anche tostato, con leggere note di crosta di pane. Fermentazione lager pulita senza aromi di luppolo. Profumi di malto caramellato, torrefatto o biscottato non sono appropriati. Si può percepire alcol moderato ma mai pungente.
Aspetto:
Da arancio-ambrato a intenso ramato rossiccio. Non dovrebbe essere dorata. Limpidezza Brillante con schiuma persistente color crema.
Gusto:
Il gusto iniziale del malto suggerisce spesso la dolcezza, ma il finale è da moderatamente secco a secco. La maltosio è ben complessa e spesso presenta profili di pane e di pane tostato. L'amaro da basso a moderato con gusto di luppolo nullo o basso. Il luppolo deve conferire equilibrio alla maltosità. Il retrogusto elegantemente maltato persiste in bocca.
In Bocca:
Corpo medio con struttura delicata e cremosa. Birra con carbonazione media, pienamente attenuata senza essere dolce o stucchevole. Può dare senso di calore alcolico che deve essere però in secondo piano.
Per il grist ho scelto una composizione tanto semplice quanto classica.
44% Malto Pilsner (Dingemans)
30% Munich Malt (BestMaltz)
15% Melanoidin Malt (BestMaltz)
6% Carapils (Weyermann)
5% Fiocchi d'orzo
Come luppolo ho utilizzato:
23gr. Saaz per 60' di Bollitura (8.5 IBU)
10gr. Hallertau Hersbruker per 60' di Bollitura (2.5 IBU)
23gr. Saaz per 30' di Bollitura (6.5 IBU)
15gr. Saaz per 20' di Bollitura (3.5 IBU)
Lievito:
3 pk. Fermentis W-34/70
Ammostamento:
Monostep a 67°C per 60' + Mash Out a 78°C per 10'
Bollitura 90 minuti
Fermentazione:
10°C per 10 giorni
16°C per 2 giorni (Diacetil Rest)
10°C per 3 giorni
2°C per 45 giorni (Lagerizzazione)
Si sa che l'Homebrewing è un hobby inflazionato dalle mode, un pò come la barca a vela si fa trasportare dal vento. Ed ora è il periodo delle SOUR.
A mio avviso l'acida per eccellenza è la Berliner Weisse che guardacaso è la Birra che ho deciso di brassare in una due giorgine mese di giugno.
Non ho scelto a caso questo periodo... Ma andiamo per gradi.
Impressioni Generali:
Birra di frumento tedesca molto chiara, rinfrescante e a basso contenuto alcolico con acidità lattica pulita e carburazione elevata. Leggero gusto di impasto di pane che bilancia l'acidità che non deve mai sembrare artificiale. Aroma:
Domina un carattere acido, note moderatamente fruttate (Limone e mela verde), Nessun aroma di luppolo. Il frumento può essere percepito come impasto di pane ancora da cuocere, Aspetto:
Colore paglierino molto chiaro. Limpidezza da buona a lievemente torbida, schiuma densa e generosa, bianca e molto persistente. Gusto:
Domina l'acidità lattica pulita che può essere alquanto forte. Si notano gusti complementari al frumento, note di impasto di pane, pane e cereale. L'amaro del luppolo non è percepibile. Mai note acetiche. Note moderatamente fruttate (Limone e mela verde). Finale molto secco. In Bocca:
Corpo leggero e carbonazione elevata. Nessuna sensazione di alcol. Fresca e succosa acidità.
Ammostamento:
Monostep a 65°C per 60' + Mash Out a 78°C per 10'
Bollitura:
10' per sterilizzare il mosto prima dei lattobacilli
15' di luppolatura
Fermentazione:
18°C per 8 giorni
19°C per 4 giorni
3°C per 3 giorni
Ma come si produce una Birra acida con il metodo Kettle Souring? In questo caso si procede con un classico ammostamento seguito dallo sparge. Successivamente si passa ad una rapida bollitura di 10 minuti con l'unico scopo di sterilizzare il mosto.
Al termine del boil il mosto deve essere raffreddato rapidamente fino a una temperatura di 35°C circa. Target ideale per la moltiplicazione dei batteri. A questo punto si inoculano i lactobacilli(Nel mio caso ho scelto il BIOAGRO LP100-25) che nel giro di 20 ore circa acidificano il mosto ad un valore ph vicino a 3.3/3.5.
Molto importante mantenere la temperatura per tutto il tempo dell'acidificazione.
Raggiunto il valore di ph si porta nuovamente il mosto in bollitura, che può essere rapida (Nel mio caso 15') e si procede alla luppolatura "Leggera". La bollitura e l'aggiunta del luppolo inibiscono e bloccano l'attività dei lactobacilli, che ormai hanno svolto il loro egregio lavoro.
Infine si procede nuovamente al raffreddamento del mosto alla temperatura di inoculo del lievito. In questo caso US-05 e si continua con una classica fermentazione.
A fermentazione terminata ho imbottigliato 16 lt. di Birra con 7gr./lt. di zucchero per la rifermentazione in bottiglia.
Ho separato infine un batch da 5 lt di birra che ho inserito in una damigiana di vetro assieme a 300gr. di frutti di bosco surgelati. Ho sigillato con gorgogliatore e messo a riposare per un ulteriore settimana prima di imbottigliare con la stessa quantità di zucchero.
PRO dell'utilizzo del batteri lattici con metodo Kettle Souring:
Acidificazione che conferisce un gusto gentile e non violento alla Birra finita.
CONTRO:
Tempo di produzione lunghi per via del fatto che il mosto deve riposare per quasi una giornata.
Proprio per questa ragione ho scelto di fare questa Birra dopo aver spedito moglie e figlio al mare per 1 settimana intera. Altrimenti la casa a soqquadro per così tanto tempo avrebbe fatto vacillare la pazienza di mia moglie (Già provata dalle varie produzioni casalingo brassicole).
Anche in questo caso ho filmato l'intera cotta e ho caricato sul mio canale il video della mia Berliner Weisse che per praticità ho suddiviso in 2 video.
Da oltre 3 mesi non sono più approdato sul mio Blog ed ovviamente non ho più postato nulla, nemmeno un rapido post. Non cerco scuse ma obiettivamente ho preferito sfruttare il poco tempo a disposizione per gestire le mie produzioni e per il canale YouTube.
Mi accorgo che però è giunto il tempo di fare un rapido punto della situazione.
Partiamo col raccontare la produzione che ha seguito la Kolsch. Si tratta di una Saison che ho realizzato come Birra "Estiva" anche se nella realtà dei fatti è risultata una birra con una gradazione alcolica vicina al 7% e con una produzione di esteri (Eccessiva) che rende la bevuta un pò pesante.
Di seguito il video della cotta.
Nei prossimi giorni racconterò le cotte che mi hanno accompagnato nel periodo estivo.
See you!
In occasione del Brew Day della mia ultima produzione, che come già descritto è stata una Kolsch, ho avuto modo di realizzare le riprese per documentare a modo mio i passaggi della produzione, partendo dalla macinazione dei grani fino alla messa in fermentatore del mosto e conseguente inoculo del lievito.
Quindi... c'è poco da scrivere! Meglio lasciare spazio alle immagini!
Unica segnalazione negativa deriva dal ritorno all'efficienza vicina al 65% dell'ammostamento dopo la parentesi felice della APA.
Non capisco a cosa sia dovuta questa debacle, ma nei prossimi giorni mi documenterò, magari sulla chat Telegram chiedendo informazioni e suggerimenti ai possessori di pentole All in One.
Detto questo, a parte una OG più bassa rispetto a quanto pronosticato (Seppur sempre all'interno del BJCP), la cotta è filata liscia e sono riuscito a correggere le IBU in corso d'opera.
Scendo in cantina per selezionare e mettere in fresca qualche Birra e facendo una sorta di inventario mi rendo conto che a parte qualche bottiglia di Strong Bitter, rimangono solo bottiglie di APA e di Weiss (Peraltro non ben riuscita...).
Devo porre rimedio e organizzare assolutamente una nuova cotta! Ma cosa produrre?
In questo periodo ho le idee un pò confuse e la cosa peggiore è che da un giorno con l'altro cambio idea sullo stile di Birra da mettere in fermentatore. Tra i miei desideri casalingo brassicoli uno tra i prominenti è quello di realizzare una Stout. Non è la tipologia di Birra che preferisco in assoluto anche se mi piace moltissimo immaginarmi la sera nel dopo cena magari di fronte alla TV guardando una partita di calcio con una pinta di Birra scura con quella sensazione setata e avvolgente che accompagna la bevuta. Mi affascina anche quel bel cappello di schiuma pannosa che dona al bicchiere un non so che di magico.
C'è un però!
Non è il momento giusto per produrre una Birra che gradisco maggiormente bere nei periodi freddi. Oggi invece vorrei produrre qualcosa da bere a litri nelle calde giornate estive.
La soluzione l'ho trovata girovagando sul web e sbirciando tra le ricette sul blog di Enrico (SignorMalto). Realizzerò una Kolsch, Birra bionda di Colonia ad alta fermentazione, cercando però di rimanere il più possibile vicino allo stile e con una ricetta abbastanza semplice. Non sono alla ricerca di complessità.
Che lo dico a fare? L'homebrewing ma soprattutto l'homebrewer moderno che vuole stare al passo con i tempi ha reso un hobby di per sé povero in una passione costosa e faticosa da gestire.
Ma perché costosa quando in molti sostengono che possano bastare una pentola in alluminio, un fermentatole in plastica e pochi altri accessori?
La risposta la si può trovare nella citazione "E' facile fare la Birra ma è difficile farla bene!".
La continua ricerca della perfezione e soprattutto di un impianto dalle dimensioni ridotte e pratico da utilizzare, pulire e stoccare, mi ha portato a sostituire la pentola che usavo per lo sparge, una pentola per conserve in alluminio da 16lt. con una pentola elettrica in acciaio inox. Ho deciso di sbarazzarmi del vecchio recipiente esclusivamente per ragioni pratiche perché durante la cotta avevo il problema di dover scaldare l'acqua sul fornello di casa che si trova al piano superiore rispetto a dove è posizionato il Grainfather. Questo comportava il fatto di dover abbandonare spesso la postazione principale per controllare lo stato del riscaldamento dell'acqua do sparge oltre alle difficoltà e ai rischi nel trasportare una pentola piena di acqua a quasi 80°C per le scale di casa. Ad aggravare la situazione il fatto che durante il lavaggio delle trebbie ll'H2O perdeva progressivamente la temperatura rendendo poco efficace lo sparge.
Dopo aver valutato parecchie soluzioni, tra cui l'acquisto di un fornelletto da campeggio a gas, ho optato per l'acquisto del riscaldatore per l'acqua di sparge Grainfather.
Una soluzione sicuramente più costosa ma che permetterà un controllo ottimale della temperatura in una soluzione compatta e pratica da utilizzare.
Mi sono recato presso il mio rivenditore di fiducia "PINTA" con l'intenzione di effettuare l'acquisto. Avevo già adocchiato il prodotto sul loro store on-line e comparato lo stesso prodotto sul sito web di un altro rivenditore, ed avevo scoperto che il loro concorrente l'aveva in offerta a una cifra di qualche decina di euro inferiore al loro prezzo proposto che se non ricordo male si aggirava attorno ai 145€.
Dato che tentar non nuoce e visto l'ottimo rapporto che ho avuto con loro in questi mesi, ho fatto notare la cosa e chiesto loro se fosse possibile avere uno sconto.
Morale della favola, ho acquistato la pentola a 95€ con uno sconto veramente incredibile.
Come sempre GRAZIE PINTA per la disponibilità e la professionalità.
Ora un nuovo giocattolo è entrato nel mio birrificio domestico non mi resta che attendere la prossima cotta per testarlo sul campo!
Nel frattempo godetevi il video dell'unboxing della prova del prodotto.
Non posso ovviamente dire di essere arrivato e di aver realizzato la miglior Birra mai bevuta, ma posso assolutamente confermare di aver prodotto la mia miglior Birra!
La cosa che mi rende felice è che la mia ultima APA ha rispecchiato a pieno le mie aspettative.
Ma cosa volevo da questa Birra?
Molto semplicemente migliorare la ricetta della mia prima Morrison, aumentando la presenza di luppolo sia in aroma che in sapore, cercando di eliminare l'astringenza, aumentare la limpidezza e dare una punta di corpo in più.
Dato che non sono uno stolto, so che ci sono ancora molte possibilità di miglioramento.
Nella eventuale prossima versione cercherò di concentrarmi sul diminuire leggermente il Crystal che ha caratterizzato un pò troppo il colore e il gusto della Birra.
Inoltre vorrei provare a utilizzare solamente luppoli in coni per cercare di eliminare quella punta di astinenza residua (Comunque già ora è accettabile).
Per la descrizione e l'analisi della Birra Vi rimando al video realizzato da Giovanni durante l'ultimo SBC. Qui sono descritti a puntino i dettagli della mia APA.
Di seguito il video... (Dal minuto 30 e 45" l'assaggio della mia Birra)
Dopo aver portato a termine e con successo l'ammostamento e la luppolatura del mosto, il prezioso liquido è stato trasferito dalla pentola al fermentatore nel quale, previa ossigenazione del mosto, è stato inserito il lievito US-05.
La fermentazione è avvenuta come di consueto nella cella di fermentazione auto-costruita ad una temperatura di 19°C per 12 giorni. Devo dire che la cella sta facendo il suo lavoro in maniera veramente egregia mantenendo la temperatura costante con uno scostamento minimo. Non è assolutamente una soluzione professionale, ma per il momento va bene così.
Prima di effettuare il mio primo Cold Crash a una temperatura di circa 4°C, ho effettuato il Dry Hopping, senza travaso intermedio. Su suggerimento di un ragazzo della chat Telegram (Automatismi per Homebrewers) ho optato per inserire i luppoli nel fermentatore 24 ore prima dell'abbassamento della temperatura per avere un estrazione di aroma a freddo e un contatto di pochi giorni. Questa tecnica permetterebbe di ridurre il rischio di astinenza e soprattutto l'estrazione di erbaceo dai luppoli.
Trascorsi 4 giorni nei quali la temperatura è stata abbassata lentamente dai 19° ai 4°C mi sono organizzato per l'imbottigliamento.
All'apertura del bidoncino, ho trovato un mosto veramente molto limpido, al limite dell'incredibile. Tutte le particelle di luppolo, lievito e schifezze varie se erano depositate e ben compattate sul fondo del fermentatore grazie al cold crash. Nonostante non avessi effettuato il travaso intermedio che a questo punto risulta completamente superfluo.
Come detto non avevo mai provato questa tecnica, ma ora che l'ho fatto ne sono piacevolmente soddisfatto e credo che non la abbandonerà più.
Dovrò però trovare il modo di rendere un poco più rapido l'abbassamento della temperatura.
La Birra a questo punto è stata imbottigliata e messa a rifermentare in bottiglia nella camera di fermentazione a 19°C per 2 settimane. Successivamente passerà altre 2/3 settimane a maturare prima di essere bevuta.
La giornata della cotta offre sempre grandi emozioni, ma soprattutto stress da produzione. I passaggi da rispettare sono molti e spesso gli inconvenienti sono dietro l'angolo.
Fortunatamente questo non è stato il caso del Brew Day della versione 2.0 della Morrison, che dalle prime battute si è rilevata una cotta lineare e senza particolari problemi, se non una piccola perdita da un raccordo dell'acqua in ingresso verso il controflusso. Fortunatamente nulla di grave che provvederò a risolvere con l'ausilio del nastro di teflon per sigillare la filettatura del raccordi.
Purtroppo non ho realizzato un video per il mio canale YouTube. Ad essere onesti avevo organizzato l'attrezzatura per riprendere i passaggi salienti della produzione ma per alcune ragioni pratiche non sono riuscito ad avere video interessanti e di buona qualità. Purtroppo complice l'inesperienza e il fatto di essere da solo ad effettuare le riprese e la cotta stessa mi ha messo in grossa difficoltà e ho preferito dedicare il 100% delle mie attenzioni al mosto. Meglio una cosa fatta bene che 2 fatte male.
Vedrò di organizzarmi meglio per il futuro!
Devo registrare che rispetto alla prima cotta con il GF dove avevo avuto un'efficienza del 65%, in questa ricetta ho raggiunto il 73%. Non che questo sposti molto gli equilibri, ma è comunque una sorta di vanto per aver probabilmente affinato l'attrezzatura che comunque è in continua evoluzione.
Questa è la ricetta definitiva che ho studiato e ho scritto e sulla quale mi baserò per Brassare la mia prossima Birra:
Iniziamo col descrivere la scelta dei grani. Ho optato per qualcosa di semplice che prevede circa il 90% di malto base Maris Otter con l'aggiunta di un 100gr di Crystal per aumentare il colore e per conferire un sentore caratterizzante. Ho pensato anche ad una dose "Omeopatica" di fiocchi d'orzo per la schiuma. La lolla di riso in quantità di 250gr. per migliorare la filtrazione durante il Mash.
Questa volta però ho cambiato drasticamente la tipologia di luppoli utilizzati e rispetto al Cascade ho pensato di introdurre un profilo più tropicale. Ho utilizzato prevalentemente luppoli provenienti dalla Nuova Zelanda, ovvero Nelson Sauvin e Galaxy, oltre al Mosaic.
Ho decisamente aumentato le dosi di luppolo per la bollitura, ma soprattutto per il Dry Hop. Su consiglio di un homebrewer conosciuto sulla chat telegramma (Grainfather & Co. Italia) andrò ad effettuare il DH appena prima di andare al cold crash. Questa tecnica prometterebbe di ridurre i tempi di contatto con il mosto per prevenire il conferimento alla Birra del famoso erbaceo che vorrei tanto evitare.
Speriamo di avere un aroma deciso senza incappare nella fastidiosa astringenza.
Effettuerò una regolazione del Ph per l'acqua di mash e di sparge.
Partendo dall'acqua di rete di casa mia andrà a effettuare la modifica con i sali per abbracciare ancor più i paletti dello stile.
Dopo un breve protein rest effettuerò un mono-step di mach a 64°C prima di andare in mash-out.
Lievito previsto US-05, una assoluta garanzia!
Dimenticavo... sarà superfluo, ma il Grainfather sarà il mio compagno di giochi.
Prima di aprire il calcolatore online per stendere la nuova ricetta, che in realtà dovrà essere un aggiornamento di quella vecchia, sarebbe buona norma fermarsi a riflettere sugli errori commessi sulla precedente produzione e soprattutto alle migliorie da apportare in ricetta per avere una Birra sempre migliore che rispecchi i propri gusti personali.
Se però, come nel mio caso, non si è un giudice BJCP e neppure un degustatore certificato o quantomeno con un minimo di esperienza alle spalle sarebbe cosa buona e giusta, avere quantomeno alcuni feedback da qualcuno con maggiore esperienza.
A parte amici e parenti assolutamente inesperti e facili ad elogi gratuiti, l'unica persona a cui mi sono potuto affidare è stato Giovanni Iovane dello Sgabuzen, che assieme al suo amico Tommaso, hanno assaggiato la mia creazione che ho spedito loro per partecipare allo SBC 3 (Sgabuzen Beer Contest) dove al seguente link è disponibile il video della degustazione.
Si trattava a dire il vero di una Blond Ale, che ho deciso però di trasformare in una APA.
La ricetta originaria si può consultare qui...
Sintetizzando, che problemi furono riscontrati in questa Birra? E come porre rimedio?
Andiamo con ordine.
- Colore:
Utilizzando una dose generosa di estratti ad inizio bollitura e non con la tecnica del Late Addition, per forza di cose il colore tende a scurire, ma ora che sono passato al lato oscuro dell'All Grain questo non dovrebbe più accadere. Comunque passando ad una APA da BJCP mi sarà permesso un colore più carico rispetto a una Blond Ale.
- Astringenza:
Questo è un problema che ad essere onesti ancora oggi mi da molto a pensare. Nei primi 2 mesi successivi alla maturazione la Birra non presentava assolutamente questo problema, ma ha cominciato ad apparire dopo. Per questa ragione sono un pò in difficoltà a trovare una soluzione e conto più sul fatto che il problema si risolverà gestendo al meglio il processo e utilizzando i luppoli in DH magari con un contatto limitato a 3/4gg nel fermentatole.
- Assenza di naso:
Premetto che effettivamente avrei dovuto osare un pò di più.
Qui mi sento di muovere una piccola critica costruttiva ai ragazzi dello Sgabuzen e soprattutto nella gestione delle tempistiche di assaggio. Mi spiego meglio; In alcuni casi sono state degustate per prime Birre giovani che dovrebbero invece essere lasciate a maturare a lungo (Imperial Stout per esempio), e in altri casi (Come il mio) Birre luppolate che andrebbero consumate presto per evitare l'affievolimento degli aromi del luppolo, troppo in la nel tempo.
Credo che uno dei motivi dell'assenza di "Naso" sia dovuta a questo. Comunque uno dei motivi che mi ha spinto a trasformare la Birra in una APA è proprio per osare di più.
- Sapore con una marcia in meno:
Sicuramente una Birra sufficiente, ma con tante, troppe lacune.
Sulla scelta del grist preferisco non soffermarmi, perché non tornerei sulle scelte fatte e rifarei tutto da zero. Anche perché appunto in All Grain le cose sono notevolmente differenti rispetto all'E+G.
In bocca però era praticamente assente la componente citrica che cercavo fin dal principio. In effetti da buon principiante non mi sono reso conto di aver usato veramente troppo poco Cascade in Boil. Dovrà fare di più!
- Carbonazione:
Giusta con i suoi 5gr per litro. Però a parer mio azzarderei un più vivace 5.5 gr./lt.
Se stavi leggendo l'articolo ora ti aspetteresti di curiosare la ricetta. Non sarà così. Ti lascio sulle spine fino al prossimo post!
Dopo aver realizzato e fatto una severa critica alla mia prima all grain, è giunto il tempo di rimettersi al lavoro.
Ad oggi, non avendo a disposizione l'attrezzatura, non ho avuto il piacere di acquistare malti freschi da macinare in casa. Una importante lacuna a cui dovevo porre rimedio per migliorare l'efficienza del mio impianto e soprattutto per fare un salto di qualità in termini di prodotto finito.
Alcune settimane fa, invogliato da un allettante offerta del mio rivenditore di fiducia (Pinta) che prevedeva un mulino a rulli e una grossa quantità di malti vari, ho deciso di rompere il porcellino e di regalarmi questo upgrade per la mia attrezzatura. Più avanti pubblicherò sul mio canale YouTube l'unboxing e il l'assemblaggio del mulino...
Questa premessa per dire che trovandomi in casa una buona quantità di materie prime ho avuto l'imbarazzo della scelta nello stendere una ricetta che potesse essere la vittima sacrificale per la seconda cotta con il GF.
Dopo molti ragionamenti, sono giunto alla conclusione che la prossima Birra in realtà sarebbe stata la prima. Come???
Si ho deciso di realizzare la versione 2.0 della Morrison, la APA che fu la mia prima Birra prodotta lo scorso autunno (Con la tecnica E+G).
Inutile dire che una delle prime motivazioni è dovuta al fatto che quella Birra ormai stava terminando e avevo estrema necessità di rinfoltire la dispensa.
Però dovevo realizzarla migliorando la ricetta originale tentando si porre rimedio ad alcuni difetti che erano stati riscontrati, in primis l'astringenza da luppoli e l'eccessivo colore dovuto all'estratto in bollitura. Inoltre dovevo azzardare di più con il luppolo in Dry Hop per dare più aroma alla Birra.
Come sempre non rimane che aprire il Macbook andare su Brewfather e buttar giù la ricetta giusta sperando che possa essere quella vincente!
P.S.: Piccolo spoiler... la mia nuova creazione si chiamerà L'APA
A distanza di un mese dall'imbottigliamento della Weiss è giunto il tempo di stappare una bottiglia per valutarne la ri-fermentazione e soprattutto le caratteristiche degustative di una delle Birre sulle quali nutro grandissime attese.
Prima di far leva con l'apribottiglie però è giusto puntualizzare un paio di "Problemini" che hanno dato alcune discrepanze tra i dati previsti in ricetta e quelli ottenuti dalla cotta.
Partiamo col dire che la densità iniziale OG è stata un pò più bassa del previsto, ovvero 1.042. A questo aggiungerei il fatto di aver messo in fermentatore circa 1 lt. in meno di quanto atteso. In secondo luogo, a mio avviso, la scelta del lievito WLP300 con annesso starter da 1,5lt ha generato un profilo che non mi ha entusiasmato.
Devo dire che incredibilmente il mosto a fine fermentazione è risultato estremamente limpido al limite del sospettoso, e la densità finale FG si è attestata a quota 1.011.
Per quanto riguarda la carbonazione, lo stile prevederebbe una frizzantezza spiccata, ma per ragioni di sicurezza e dopo essermi confrontato con altri HB ho optato per un tranquillo seppur audace 8gr./lt. di zucchero bianco da cucina.
Le bottiglie hanno riposato per 2 settimane all'interno della camera di fermentazione a una temperatura di 18°C per la ri-fermentazione e successivamente sono state trasferite in dispensa a una temperatura stabile tra i 18 e 19°C.
Come di consueto prima di essere consumate porto le bottiglie per almeno 4/5 giorni in frigorifero per abbassare la temperatura e per far si che la Birra si liberi dalle impurità che si depositano sul fondo.
Arriviamo ora al momento clou...
Con fare incuriosito prelevo la bottiglia designata dal frigorifero. Da qui la prima sorpresa! Chill Haze!
Le Birre prima di passare alcuni giorni a bassa temperatura si presentano limpide, ma una volta abbattuta la temperatura la torbidità prende il sopravvento nonostante 10' di proteine rest per il malto Pilsner.
Una volta versata nel bicchiere si nota una certa velatura che comunque rientra tranquillamente nei canonici paletti dello stile.
Il primo grosso problema si rileva dalla tenuta della schiuma, che nonostante l'importante frizzantezza si smonta svanendo in tempi record.
Tralasciando il lato estetico della Birra scopro però che il gusto non mi appaga per nulla.
Probabilmente la scelta del ceppo di lievito non mi ha premiato (Per gusto personale) e se dovessi ripetere la ricetta lo cambierei.
C'è da aggiungere un'altra cosa. La Birra alla bevuta lascia una sensazione watery. E' come se la birra fosse allungata con acqua e il lievito fosse troppo dominante rispetto all'apporto di maltosità e di frumento che lo stile dovrebbe avere.
Ho fatto assaggiare la Birra ad alcuni amici, i quali mi hanno detto che la trovano gradevole. Probabilmente lo fanno perché temono di deludermi, oppure perché la loro preparazione e conoscenza dell'arte brassicola è molto molto bassa.
Rimane il fatto che sono particolarmente deluso per una Birra sulla quale avevo studiato e mi ero preparato molto e sulla quale nutrivo grosse speranze.
Comunque nessun problema!
Si è trattata comunque della mia prima Birra in All Grain...
si può solo migliorare!
Dove eravamo rimasti...
...aahh, si! Lo starter de lievito WLP300 è stato realizzato e riposa in frigorifero in attesa di essere inoculato nel fermentatore con il mosto. A questo punto, ricetta alla mano, è giunto il tempo di brassare.
Quale migliore occasione se non capodanno?
Non dico i commenti quando ho raccontato ai miei amici che il primo giorno dell'anno 2019 mi sono svegliato alle 5:30 per dare corrente al GrainFather.
La mia prima cotta in AG con il mio nuovissimo GrainFather.
Cosa mi ha spinto a farlo? Ad oggi non lo so, so solo che fare Birra mi da una sensazione di libertà incredibile.
Anche in questo caso non mi dilungo sulla ricetta (Già descritta in passato) e sui commenti finali dato che lo farò in un nuovo post. Preferisco che le parole vengano sostituite dalla video-cronaca seguente.
Purtroppo ho avuto un pò di difficoltà con le riprese per via dell'attrezzatura di fortuna e per aver sottovalutato l'impegno che le cotte in AG richiedono rispetto alle tecniche "Minori". Comunque qualche clip interessante l'ho recuperata per il video.
Quando un progetto inizia si è tutti molto gasati e disposti a dedicare tutto il tempo libero per esso. Come quasi sempre accade però passa poco tempo per rendersi conto che non è facile gestire il tempo libero (Poco) a disposizione per l'HomeBrewing, e figuriamoci quello per documentare tutto sul blog.
In queste settimane infatti non mi sono fatto mancare cotte e degustazioni varie, ma anche a causa di impegni lavorativi non ho avuto tempo di buttar giù due righe per tenere aggiornato il blog.
Sono molto dispiaciuto non tanto per quei pochi lettori che mi seguono, per i quali comunque nutro grandissimo rispetto, ma per il fatto che questo "Diario di bordo" tornerà più utile a me per il futuro. Quando dovrò realizzare birre già prodotte, magari correggendo il tiro, sono certo che i post pubblicati mi torneranno utili per rinfrescare la memoria e per evitare di correggere errori fatti in passato.
Con rammarico devo anche ufficializzare la chiusura della mia partecipazione al progetto di Enrico alias Signor Malto.
Progetto partito con grandissimo entusiasmo da parte mia, ma purtroppo naufragato per varie ragioni. In primis la mancanza di tempo e la non disponibilità di alcuni membri del nuovo staff a condividere contenuti da pubblicare sul canale.
Faccio un enorme mea culpa e mi scuso pubblicamente con Enrico per non essere stato in grado di soddisfare le aspettative.
Come dicevo ad inizio post, in queste settimane la mia attività da HB è continuata ed il mio impianto di produzione è notevolmente migliorato.
Dopo alcune cotte la tecnica ora è maggiormente affinata anche se molto è ancora da fare.
Di tutto questo però cercherò di parlarne nei futuri post dove cercherò di riportarmi in linea con il racconto della mia storia.
Impostata la ricetta e reperite le materie prime, il passo che ha anticipato la cotta è stato la realizzazione dello starter.
In linea di massima lo starter non è sempre necessario, anzi diventa quasi inutile nel caso di utilizzo di lievito secco.
Per la fermentazione della mia Weiss, per la quale ho scelto di utilizzare il lievito White Labs WLP300 HEFEWEIZEN ALE, lo starter si è reso necessario in quanto il lievito in questione è di tipo liquido e soprattutto perché la vitalità delle cellule risultava dimezzata.
Per calcolare la vitalità delle cellule del lievito liquido e per determinare la quantità di starter da realizzare mi sono fatto aiutare da un calcolatore disponibile on-line sul sito Brewer's Friend, ma è possibile utilizzare anche il tool disponibile sull'app Brewfather.
1° step: Calcolare vitalità del lievito presente nel pack del lievito liquido:
OG prevista: 1044
Volume del mosto: 23lt
Target pitch rate: 0,75 (Valore fisso per ALE)
Tipo di lievito: Liquido
Quantità lievito: 1 Pack
Data di produzione lievito: Riportata sulla confezione del lievito 2° Step: Calcolare la quantità di starter in funzione alla q.tà di cellule attive nel lievito liquido:
Dal momento in cui ho appurato che il lievito ha una vitalità pari al 50% ho selezionato nella maschera successiva la modalità di agitazione dello starter durante la moltiplicazione delle cellule.
Nel mio caso ho selezionato Braukaiser Stirplate in quanto utilizzo un agitatore magnetico con temperatura controllata (Qualcuno consiglia di selezionare White Stirplate).
Per completare la maschera di calcolo, ho inserito la densità prevista per lo starter (1.036) e il volume di mosto che si ipotizza di realizzare per lo starter, nel mio caso 1,5lt. Una volta cliccato sul pulsante Update nel campo inferiore verranno caricati automaticamente i dati che riguardano la realizzazione dello starter.
Nel dettaglio:
DME required: Q.tà di estratto secco necessario
Grow Rate: Quantità di cellule iniziali
Ending Cell Count: Quantità di cellule finali
Resulting Pitch Rate: Risultante di cellule per inoculo.
Se l'ultimo campo risulta verde fosse presente la dicitura (Starter meets desired pitching rate!) abbiamo raggiunto l'obbiettivo.
Nel caso invece il campo fosse rosso con presente la dicitura (Starter does not create enough yeast cells. Increase starter size, change aeration technique, or do another step.)sarà necessario aumentare la quantità di mosto per lo starter.
Fatti i dovuti calcoli, mi sono organizzato per realizzare 1,5 lt. di starter.
Per realizzare lo starter, il foglio di calcolo suggerisce l'utilizzo di circa 150gr di estratto secco all'interno di circa 1,5lt di acqua. Ho cercato di rispettare le quantità, anche se la precisione chirurgica non è necessaria. Un leggerissimo errore sulla densità dello starter è tollerato.
Ho unito a 1,5lt di acqua 150gr di DME lasciando bollire il tutto per circa 10', giusto per sterilizzare il mosto.
Passato questo tempo ho spento il fuoco e certo la pentola con il coperchio sanitizzato, posizionandola un una ciotola contenente ghiaccio per abbassare la temperatura il più velocemente possibile (Per guadagnare tempo...).
Una volta scesi sotto i 30°C ho versato il mosto in un recipiente sterile con fondo piatto. Sarebbe ideale una beuta, ma una amica che lavora in laboratorio mi ha regalato questo contenitore usa e getta che utilizzano a livello professionale perché più sicuro.
A questo punto ho provveduto ad agitare vigorosamente il mosto per ossigenarlo a dovere e dopo aver inserito l'ancoretta magnetica sanitizzata ho inoculato il lievito liquido che era già stato portato a temperatura ambiente perché tolto dal frigorifero un paio di ore prima.
A questo punto il mosto ha perso qualche grado di temperatura e dopo aver coperto il contenitore con della carta stagnola, in modo che la CO2 possa uscire senza permettere a polvere o schifezze varie di entrare, l'ho posizionato sull'agitatore magnetico. In una prima fase ho fatto roteare l'ancoretta quasi a velocità massima per consentire al mosto di amalgamarsi con il lievito, ma dopo un paio di ore ho ridotto la velocità. Non è necessario avere un vortice intenso ma il mosto deve sempre rimanere in movimento per incorporare ossigeno e per tenere il lievito attivo.
E buona norma tenere l'agitatore attivo per almeno 48ore. Nel mio caso ho mantenuto l'attività attiva nella camera di fermentazione a temperatura controllata di 22°C per circa 54 ore.
E' importante tener presente che il range di temperatura ideale per la moltiplicazione del lievito nello starter va dai 18 ai 26°C. E' buona norma non abbassare troppo la temperatura perché le cellule rallenterebbero la "fermentazione", ma anche non oltrepassare i valori massimi per il rischio di "Uccidere" il lievito.
Ritengo che 22°C siano il giusto compromesso. L'eventuale produzione di esteri non preoccupa in questa fase perché l'80% circa del mosto dello starter verrà eliminato e la piccola percentuale che verrà messa nel fermentatole non influirà la resa aromatica della birra finita.
Passata la fase di agitazione lo starter va posizionato il frigorifero per almeno 48ore per permettere alle cellule di depositarsi sul fondo. Questa operazione renderà semplice la separazione della maggiorate del mosto dal lievito che verrà poi inoculato nel fermentatore.
Ricordo che prima di versare lo starter nel fermentatore con il mosto che avremo prodotto, è necessario portarlo a temperatura ambiente per evitare lo shock dovuto allo sbalzo termico.
Ora non resta che dedicarsi alla COTTA della Weiss!
Di seguito un breve video con la storia della realizzazione dello starter...
Perdonate la scarsa qualità video ma ci sono stati alcuni problemi con la videocamera...
Questa mattina il buon Enrico di SignorMalto ha pubblicato il primo dei 2 video riguardanti l'ultima versione del controller Bluetooth Grainfather.
Ho pensato di realizzare una recensione del controller per mostrare le funzionalità e come fosse possibile gestire in manuale una cotta inserendo gli step di ammostamento singolarmente (Step by Step), oppure come inserirli sempre manualmente memorizzandoli prima di partire per brasare una Birra.
Inoltre ho voluto mettere il focus su una opzione che ritengo molto interessante, ossia la possibilità di ritardare la partenza del riscaldamento dell'acqua in base alle nostre necessità, per permetterci guadagnare tempo prezioso, trovando l'acqua già in temperatura al momento in cui desideriamo effettuare il Mash in.
Buona visione
Sembra una vita fa quando mi mettevo ai fornelli della cucina per cuocere la mia ultima creazione, ma in realtà sono passati solamente un paio di mesi...
Oggi vorrei parlarvi della mia prossima Birra che realizzerò e che darà il via alla mia nuova vita casalingo brassicola. Un taglio netto col passato, seppur giovane, che mi ha visto alla prova con sole 2 produzioni (Una in E+G e l'altra con Kit modificato).
Si passa infatti a Brassare Birra con la tecnica All Grain -BIAP- con la pentola All in One Grainfather.
Per una serie di concatenarsi di eventi la Birra è già in bottiglia, ma solo oggi riesco ad aprire il filone di post riguardanti la prima produzione del 2019. Infatti ho approfittato delle festività Natalizie per dedicarmi col giusto tempo e dedizione a produrre il mosto con il nuovo impianto.
Se penso alla mia Birra favorita, ad oggi, che spesso ho avuto il piacere di bere durante gli aperitivi con gli amici o in abbinamento a piatti tipici durante i miei viaggi di lavoro in Germania, mi balza subito alla mente il classico Weizenbecker colmo di una birra fresca e frizzantina sovrastata da un cappello di schiuma fine e pannosa.
Detto ciò non ho avuto il minimo dubbio su quale sarebbe stata la mia prima produzione in All Grain.
WeissBeer!
Mi sono documentato parecchio prima di approcciarmi alla stesura della ricetta. Ho letto con attenzione il paragrafo dedicato alle Birre di frumento sul libro "Progettare grandi Birre", ho spulciato sui vari blog, siti online e ho chiesto a numerosi homebrewers, sui forum e nelle chat dedicate, informazioni in merito alla produzione di questo stile.
Da prima molti HB mi hanno sconsigliato di iniziare la mia avventura in AG con questo stile, a quanto pare abbastanza complicato da produrre per via del frumento che rende difficile la filtrazione del mosto e per la necessità di utilizzare un lievito liquido con conseguente realizzazione di uno starter che conferirebbe alla Birra aromi e sapori tipici non replicabili da un lievito secco.
Ma io che sono un testone alla ricerca della perfezione, anche a costo di andare verso quasi certe delusioni, mi sono organizzato per continuare verso il mio personale progetto della Weiss perfetta!
A questo punto, il primo passo è stato quello di mettere nero su bianco (Una volta si diceva così...) la ricetta con gli ingredienti e gli step per realizzare una Weiss secondo il mio gusto personale, ma rimanendo all'interno delle linee guida dello stile.
Sintesi dal BJCP:
Impressioni: Birra di fumento tedesco dal sapore chiara e rinfrescante con carburazione elevata, finale secco, soffice in bocca e con chiari sentori di banana e chiodi di garofano.
Aroma:
Presenza di fenoli (Chiodi di garofano) da moderata a forte ed esteri fruttati (Tipicamente banana). Intensità di fenoli ed esteri appare bilanciato e alquanto evidente. Luppolatura da bassa a nulla. Frumento da leggero a moderato (Percepito come pane o granaglie). Opzionalmente accettati sono sentori di vaniglia da leggeri a moderati e/o debole aroma di chewing-gum, ma nessuna di queste deve essere dominante
Aspetto:
Colore da paglierino a dorato, con schiuma bianca molto densa, pannosa e persistente. Torbidezza accettata e variabile nelle versioni non filtrate.
Gusto:
Banana e chiodi di Garofano da bassi a moderatamente intensi. Intensità di fenoli ed esteri appare bilanciato e alquanto evidente. A discrezione vaniglia da leggerissima a moderata e/o debole note di chewing-gum per accentuare gusto di banana, la dolcezza e la rotondità. Gusto delicato di pane, granaglie è complementare come la maltosità. Luppolatura da nulla a molto bassa con amaro che va da bassissimo a moderatamente basso. Al palato risulta ben arrotondata e gustosa con finale relativamente secco. La dolcezza è dovuta più all'assenza di amaro da luppolo che alla dolcezza residua di fermentazione. Un finale dolce o pesante rovinerebbe la bevuta.
In Bocca:
Corpo da medio-leggero a medio, il frumento conferisce una pienezza soffice e cremosa che può evolvere in un finale leggero e spumeggiante grazie all'elevata carbonazione.
Commenti:
Birre rinfrescanti a maturazione veloce, poco luppolate che mostrano un carattere del lievito unico. Queste birre non invecchiano bene ed è preferibile consumerle giovani e fresche. La versione "Mit hefe" (Con lievito) è servita con lievito in sospensione, mentre la versione "Krystal" è filtrata fino a ottenere la limpidezza desiderata.
Ingredienti:
Almeno il 50% dei cereali deve essere frumento maltato e alcune versioni raggiungono il 70%. Il resto è tipicamente malto Pilsner. Il lievito Ale per le Weizen produce il tipico carattere fruttato e speziato anche se l'elevata temperatura di fermentazione può influenzare l'equilibrio producendo off-flavours.
Numeri stile:
OG 1044 -1052
FG 1010 - 1014
ABV 4,3 - 5.6%
EBC 3,9 - 11,8
IBU 8 - 15
La mia ricetta...
23lt in fermentatore
OG 1046
FG 1011
ABV 4,6%
EBC 6,7
IBU 12
BU/GU 0,26
Fermentabili:
2,8 Kg Malto Wheat 53%
2,5 Kg Malto Pilsner 47%
Luppoli:
14 gr Hallertau Blanc AA7,5 x 60 minuti
Profilo Mash:
52°C x 10'
63°C x 40'
72°C x 20'
78°C x 10'
Boil:
60'
Lievito:
White Labs WLP300
1,5 lt. Starter
Ingredienti extra:
1,2 gr Nutriente Lievito
Q.b. Acido lattico
Acqua:
Mash 19 lt. pH 5.5
Sparge 14lt. pH 5.5
Fermentazione:
15 gg. 19°C 19
Vorrei dedicare del tempo a descrivere la mia prima esperienza con la realizzazione di uno starter partendo da lievito liquido, ma preferisco dedicare il giusto tempo per raccontare la mia esperienza...
Ormai la collaborazione con il blog SignorMalto e di conseguenza con il canale YouTube è entrata a pieno regime.
Come già detto non voglio comunque sottrarre energie al "Diario di bordo" del Blog Project Zero e per questa ragione ho pensato di condividere i miei lavori per il Blog di Enrico anche qui.
Da cosa partiamo... Direi dall'unboxing del GrainFather che per me ha rappresentato il vero punto di svolta nella produzione di Birra a livello casalingo. Infatti con questo nuovo impianto potrò iniziare a produrre le mie prime creazioni in All Grain e soprattutto potrò farlo senza invadere la cucina di casa (Anche se per il momento l'acqua di sparge dovrò continuare a scaldarla sul fornello della cucina), lasciando libero l'ambiente che giustamente mia moglie riconosce come suo.
Inoltre la possibilità di realizzare le cotte in taverna o in garage mi permetterà di isolarmi e vivere le ore della birrificazione in libertà e con la massima concentrazione e soprattutto senza lo stress di qualcuno che mi insegue per la cucina con lo straccio per pulire tutti i miei disastri.
Ma ci sarà tempo per scoprire come avverranno le mie future produzioni.
Intanto godetevi il vide dell'apertura della scatola del GrainFather...
Quest'anno il Natale è arrivato con un carico di doni a sfondo birrario. Tante bottiglie artigianali di vari stili, perfette per approfondire e conoscere novità e stili a me sconosciuti.
Ma il pezzo forte, quello che farebbe impazzire qualsiasi Homebrewer interessato amante del BIAP, l'ho ricevuto grazie alla generosità della mia famiglia che ha commissionato a Babbo Natale un nuovissimo GRAIN FATHER.
WOOOOWWW...
Sono al settimo celo! Per tanto ho desiderato questa pentola che ho preferito per molte ragioni alle versioni cinesi brandizzate da vari marchi.
In primis dopo aver toccato con mano la solidità del GF nei confronti dell'EasyGrain (Nomino questo perché l'ho visto da un amico), mi sono reso conto che le finiture e lo spessore dell'Inox sono di gran lunga superiori sul modello che ho scelto.
La serpentina in controflusso mi attirava da tempo ed è stato uno dei motivi principali che mi ha fatto optare per GF.
Molti mi hanno fatto notare che questa pentola però permette di produrre un volume limitato di mosto, cosa che però non mi da problemi perché sono più che sufficienti per i miei consumi familiari.
Ora non rimane che testarlo con la prima cotta che è stata prevista per capodanno!
Mi sono preso un paio di settimane abbondanti che ho voluto dedicare alla famiglia e ai piaceri della vita. Per questa ragione sono stato assente dal blog, ma non dall'attività di "apprendista birraiolo".
Cos'è successo in questo periodo? Sostanzialmente 2 cose:
-Ho stappato e degustato la Strong Bitter e la stessa ma in versione Natalizia,
-Ho intrapreso la strada dell'AG brasando la mia prima birra con questa tecnica.
Oggi però non voglio parlare del secondo punto, al quale vorrei dedicare il giusto spazio nei post futuri, ma vorrei piuttosto focalizzare l'attenzione sulla mia ultima Birra imbottigliata.
Memore dell'impazienza nel voler stappare la Morrison Ale, ho dato il tempo alla ESB di maturare in bottiglia, almeno per permettermi di assaggiare qualcosa di minimamente somigliante al prodotto che mi aspettavo.
Ho atteso 4 settimane prima di stappare la prima bottiglia e l'attesa questa volta ha ripagato le aspettative, anche se a mio avviso avrei dovuto attendere ulteriori 2 settimane come minimo.
Premetto da subito che non avevo mai bevuto ne una Bitter e tantomeno la versione Strong... La Birra appena versata nel bicchiere si presenta estremamente limpida, grazie all'utilizzo di soli estratti e sprigiona dal bicchiere un aroma di malto molto intenso. La cosa che mi ha maggiormente stupito però e' la compattezza e la grana molto fine della schiuma che a inizio bevuta copre per per un paio di centimetri la birra.
Al primo assaggio mi rendo conto che la carbonazione è bassa e in linea con lo stile e il corpo a mio avviso medio/alto riempie la bocca. La presenza del luppolo Fuggle si fa sentire senza essere però invadente.
La Birra è ricca di sapori di torrefazione tra cui spicca una nota di liquirizia che caratterizza questa versione.
Ad essere onesti questo stile non mi fa impazzire, anzi non mi appassiona molto. Per questa ragione ho pensato che nei prossimi giorni acquisterà un paio di bottiglie realizzate con questo stile per capire se la ragione è dovuta a un mio gusto che non incontra le caratteristiche di queste versioni, oppure la ragione è da attribuire alla realizzazione da parte mia della Birra.
Della versione Natalizia (Voluta da mia moglie), ho poco da dire se non definirla un semplice Flop. E stata prevista l'aggiunta di noce moscata e anice stellato in Dry Hop che però rovinano una Birra già di suo poco interessante!
Ma nulla è perduto tornerà buona in cucina, magari per marinare la carne per il BBQ.