martedì 26 maggio 2020

pH e produzione Birra

Mi ci è voluto tempo per scrivere questo articolo, ma ne è valsa la pena.

La prima ragione è dovuta al fatto che molti Homebrewers non conoscono e non hanno mai approfondito a pieno questo argomento.
Il secondo motivo, che forse è quello più importante, è che ad oggi ho sempre trattato il pH del processo di realizzazione delle mie Birre senza realmente conoscere la ragione scientifica che sta alle spalle di una scelta piuttosto di un altra, e quindi questo post in primis è stato utile al sottoscritto.

Imparare a controllare e gestire l'acidità del processo è tra le operazioni per poter migliorare le proprie creazioni nel tentativo di avvicinarsi alla realizzazione della Birra "Perfetta". Che ricordo a tutti NON ESISTE.


I 3 step più importanti dove è buona norma controllare e impostare il corretto valore di pH sono :


  • Mash
  • Sparge
  • Boil
Ma a mio personale parere ha senso dedicare la maggior parte delle attenzioni nei primi 2 punti.








Vediamoli e capiamo come possiamo impegnarci per far lavorare al meglio ognuno degli step:


MASH:

Normalmente (Salvo casi particolari) il pH di Mash trova il corretto target tra i valori 5.2 e 5.5

Questo perché nella fase di Beta Amilasi gli enzimi che hanno il compito di svolgere la conversione degli amidi in zuccheri lavorano correttamente all'interno del range 5.0 ---> 5.5

Le Alpha Amilasi invece lavorano meglio in un range di pH compreso tra 5.3 ---> 5.7




SPARGE:

Durante la fase di lavaggio delle trebbie per recuperare gli ultimi zuccheri residui, il pH non deve essere superiore al valore

La ragione è dovuta al fatto che oltre a questo valore si rischierebbe concretamente di estratte tannini (Cosa non positiva per la nostra birra finita). Ovviamente altra cosa da tenere in considerazione è di non superare la temperatura dell'acqua di sparge di 78°C per la stessa ragione.


Inoltre un pH troppo elevato rischia di innalzare troppo il pH del mosto in bollitura.




Ritengo che un parametro ottimale a cui impostare l'acqua. di sparge sia attorno al 5.5.
Io per mia scelta mi posiziono normalmente attorno a 5.4






BOIL:

Il terzo punto in cui può aver senso controllare il pH è durante la fase di bollitura.
Un pH ottimale si aggira attorno ai valori 5.2 ---> 5.3

Normalmente durante la cotta non controllo questo parametro perchè lo ritengo meno importante e soprattutto credo che gestendo la corretta acidità nei 2 step precedenti, il pH di Boil si aggiusti sul giusto valore di conseguenza.




Il pH corretto in questa fase favorirebbe la coagulazione delle proteine che di conseguenza si depositano sul fondo della pentola di Boil.
Inoltre il rischio di Chill Haze si riduce notevolmente

Tutto questo può portare ad avere una Birra finita più limpida.







E' chiaro che per gestire al meglio i valori corretti lungo la catena di produzione abbiamo bisogno di strumenti per la verifica e controllo del valore di pH oltre a prodotti per eventualmente correggere i parametri qualora non fossero all'interno del target prefissato, come per esempio Acido lattico o Acido Citrico.
E' molto più semplice gestire l'abbassamento del pH (Con lattico e citrico) piuttosto che doverlo alzare (Con Bicarbonato).
Normalmente, salvo errori, non è mai necessario dover alzare il pH durante il processo di produzione.

Di seguito vi lascio il video di presentazione del pHmetro Milwaukee MW101 che ritengo il migliore strumento per rapporto qualità/prezzo.


lunedì 25 maggio 2020

SOUS VIDE Cooking - Grainfather in cucina

Chi l'ha mai detto che le pentole All in One come il mio GrainFather possano servire solo a fare Birra?

Con l'articolo di oggi ci tenevo a mostrare come ho utilizzato la mia pentola AIO per cucinare a bassa temperatura con la tecnica del sottovuoto lo stinco alla Birra e una sorta di "Pulled Pork".

Sia chiaro è stato un primo esperimento e ci sono enormi margini di miglioramento.
Inoltre non vorrei trovarmi sommerso di critiche dai fondamentalisti del BBQ o della carne in generale.
Ho voluto con questo esperimento mettere alla prova la mia attrezzatura di burrificazione sfruttandone alcune caratteristiche, tra le quali la grande capacità di mantenere la temperatura costante per lungo tempo, grazie alla performante centralina e all'ottima resistenza elettrica in dotazione.

Risultato veramente molto interessante.
Specialmente lo stinco è risultato molto saporito e succoso.  Mentre la coppa di maiale è risultata un filo troppo neutra. Al prossimo test provvederò a una preventiva affumicatura nel BBQ per dargli quello sprint in più. Comunque risultato più che sufficiente.

Vi lascio il video con ricetta e dettagli di preparazione.




TILT Hydrometer

Nuovo Upgrade impianto di fermentazione per la mia HomeBrewery. 

Tempo fa avevo acquistato un densimetro digitale meglio conosciuto col nome iSpindel. Uno strumento molto interessante perchè permetteva di levare la densità di un liquido grazie all'inclinazione della capsula che cambia al variare della densità del liquido. 
Devo dire che era un ottimo strumento ma con il limite di trasferire i dati con la tecnologia Wi-Fi che purtroppo limita i trasferimenti ai soli fermentatori non Inox. Infatti l'acciaio Inox tende a schermare la trasmissione dei dati con questa tecnologia. 

Per ovviare a questo problema ho deciso di investire nell'acquisto di un densimetro digitale basato sulla tecnologia bluetooth che dovrebbe essere in grado di superare il limite sopra descritto.

Ma perchè la necessità di un sistema costoso come questo? non è sufficiente prelevare un campione di Birra da misurare con densimetro o rifrattometro come fanno tutti?

La risposta sta nella strada che ho scelto di percorrere da alcuni mesi, ovvero la fermentazione in pressione all'interno di fermentatori pressurizzabili appunto.
Una volta iniziata la fermentazione e dopo aver chiuso e messo in pressione il fermentatore infatti non è più possibile aprire il contenitore per prelevare un campione per le letture periodiche della densità. 

Quindi, lo strumento più comodo ed affidabile al momento risulta essere TILT.

  • COME SI PRESENTA?
E’ un suppostone in plastica, sigillato con un tappo che si avvita grazie a una guarnizione di tenuta. All’interno troviamo componenti elettroniche con una batteria CR123A da 3Volt.
  • A COSA SERVE?
Consente di misurare la densità e la temperatura del mosto in tempo reale, e di poter trasferire questi dati tramite app (Apple o Android) sfruttando la connessione Bluetooth. Inoltre dall'app è possibile inviare i dati ad applicazioni terze (Come Brewfather) per controllare e monitorare i parametri nel tempo.
  • COME SI PRESENTA?
Dopo aver sanitizzato TILT, va immerso nel mosto prima che la fermentazione abbia inizio. Lo strumento galleggerà, e a seconda di quanto zucchero è presente all’interno del mosto, il galleggiamento risulterà piu’ o meno accentuato e ciò permetterà di avere un dato riguardante la densità esatta del mosto.
  • QUANTO COSTA? DOVE ACQUISTARLO?
 Il prezzo di Tilt ad oggi si aggira attorno ai 160€ ed è disponibile in Italia sullo store Mr. Malt.
E' comunque reperibile su altri store europei (Che comunque gestiscono spedizioni in Italia) spesso a condizioni più vantaggiose.


Di seguito il video unboxing con la recensione del prodotto e l'abbinamento dello strumento con l'app Brewfather.





SESSION IPA: Ricetta & Hop Stand

Oggi vi parlo di una nuova avventura.

Ormai non vi è più Birra senza l'introduzione di qualche tecnica nuova. Non si fa a tempo ad affinare l'arte che subito noi Homebrewer sentiamo il bisogno di rimescolare le carte.

Questo è il caso emblematico della mia prima Session IPA che ho ribattezzato SEXION IPA.
Mettiamoci come primo punto il fatto che la ricetta in se si basa su una Birra luppolata, quindi con quanto ne consegue...
Condiamo il tutto con l'introduzione di una nuova tecnica, per il sottoscritto, ovvero l'Hop Stand.
E per non farci mancare nulla, confezioniamo il potenziale dramma proseguendo sulla lunga e tortuosa strada della riduzione dell'ossigeno lungo il processo di fermentazione, andando a carbonare la Birra grazie alla CO2 auto-prodotta dal lievito.

Per la ricetta e la spiegazione delle tecniche utilizzate vi rimando al video seguente che spiega tutti i dettagli.




giovedì 21 maggio 2020

Isola di imbottigliamento in contropressione. TEST di utilizzo

Finalmente la mia isola di imbottigliamento è pronta per essere testata con una vera Birra.
Per questa prima prova ho utilizzato un fustino di Birra da 5 litri.

Prima però spiego come funziona il sistema nei dettagli. In particolare la corretta procedura da utilizzare per escludere la presenza di ossigeno dalla bottiglia.

Buona Visione!


Imbottigliamento in contropressione. Upload impianto

Dopo il primo esperimento non particolarmente felice di imbottigliamento con la BeerGun clone, ho deciso di investire qualche decina di euro (Facciamo anche centinaia di euro) per migliorare il mio set-up.

Ormai il volano della contropressione e isobarico è stato messo in moto ed è praticamente impossibile arrestarlo. E comunque non avrebbe senso a questo punto...

Bando alle ciance! Non voglio spendere tempo e parole per informazioni già presenti nel video che ho caricato sul canale.

Quindi... a voi il video.



E ora la chicca finale. Nel video di seguito la recensione della mia nuova isola di imbottigliamento (Spero definitiva) che mi garantirà la totale assenza di ossigeno dal fermentatore alla bottiglia. 
A questo punto direi che rimane solo da testare l'attrezzatura e iniziare a pensare alla riduzione del contatto con l'ossigeno acquistando un Fermentatore pressurizzabile. Ma per questo c'è tempo e credo che per qualche Birra cercherò di imparare l'arte dell'isobarico con il Cornelius Keg.


Buona la prima? Anche NO!

Come avrete letto e visto la mia Bitter è stata imbottigliata e infustata per la prima volta con la tecnica della contropressione e per la mia prima volta non ho fatto rifermentazione in bottiglia con zucchero per carbonare la Birra.

Fa veramente molto strano, in positivo, non dover preparare zucchero ed attrezzatura varia per l'aggiunta in bottiglia.
Ma ancor di più fa strano poter bere la Birra appena imbottigliata senza dover aspettare almeno un paio di settimane in attesa che la rifermentazione faccia il proprio lavoro.
Ovviamente non sarà così per tutti gli stili, ma per le Birre che non necessitano di lunghe maturazioni questo è sicuramente un valore aggiunto del sistema.

Però non tutto è oro quel che luccica...

Non sono molto soddisfatto del primo approccio alla tecnica. Forse la causa è dovuta alla Birra non perfettamente riuscita per come me la aspettavo, o molto più realisticamente la colpa è dovuta all'attrezzatura non all'altezza del ruolo da svolgere.

Insomma la strada è ancora lunga e in salita. Dovrò mettere mano al portafogli e acquistare qualche nuovo accessorio per migliorare sia il processo che il prodotto finito.

Ne parlo dettagliatamente nel video di seguito.


Primo passo verso l'ossigeno ZERO.

La strada è ormai tracciata.
Nelle scorse settimane/mesi ho deciso di intraprendere la tortuosa strada che porta a fermentazioni in isobarico e trasferimenti in contropressione per cercare di avere una completa assenza del contatto della birra con l'ossigeno. Chiaramente per limitare il più possibile il rischio di ossidazione delle mie Birre.

Non posso negare che in passato ho avuto questo tipo di problema.

Un'altra ragione per cui ho scelto di percorrere questo sentiero è il fatto che ho una sorta di "Fobia" per il fondo delle bottiglie dovuto alla rifermentazione. 
Mi ansia parecchio il fatto di stappare e versare nel bicchiere una bottiglia di Birra che inizialmente risulta molto molto limpida, che poi a fine versata, si trasforma in una bevanda torbida per via dei lieviti residui che dal fondo finiscono nel bicchiere.

Per avventurarmi in questo fantastico mondo mi sono appoggiato al blog RovidBeer, che ad oggi ritengo la migliore fonte di ispirazione on-line per l'argomento.
Da subito ho intuito che, come al solito, queste tecniche saranno un "Bagno di sangue" per le mie finanze. Ma così è!

Per evitare di svenarmi tutto d'un colpo e soprattutto per avvicinarmi a piccoli passi verso un Setup finale definitivo, ho deciso di iniziare ad acquistare alcuni necessari accessori che mi permettano (Nella prima fase) di lavorare in contropressione e di imbottigliare birra già carbonata.
Per carbonare la Birra ho deciso che per questo primo esperimento andrò ad effettuare una carburazione forzata a bassa temperatura della Birra per circa 1 settimana in modo da mandare in soluzione la CO2 all'interno di un Cornelius Keg.
Non appena la Birra risulterà perfettamente gasata andrò a trasferire la birra in contropressione e ad imbottigliare con il clone Cinese dell'imbottigliatrice BeerGun.

E come vittima sacrificale toccherà alla Bitter prodotta per la giornata nazionale dell'Homebrewing.

Di seguito i video racconto della mia prima avventura con questa tecnica.
- Il primo video è una spiegazione di come eseguire la tecnica della carbonazione forzata e di quali strumenti/accessori sono necessari per portare a termine l'operazione.
- Nel secondo video invece Vi mostrerò come  andare a infustare e imbottigliare la birra dal Cornelius Keg in contropressione.