A nove giorni dall'imbottigliamento cresca l'attesa per poter stappare una delle bottiglie che racchiudono la mia prima creazione. Non è facile resistere alla tentazione di aprirne una, ma sono deciso nell'attendere almeno un ulteriore settimana.
In uno dei primi post in cui parlavo della ricetta, avevo indicato che la previsione sarebbe stata di produrre 23 lt totali di mosto da mettere in fermentatore, ma in realtà ho imbottigliato poco più di 18 litri. Come mai? Dove sono spariti i circa 5 litri che mancano dal fermentatore?
é vero ci sono da considerare le perdite da travasi, lieviti e proteine sul fondo del contenitore, ma 5 litri effettivamente sono troppi.
Il motivo è da attribuirsi a una scelta, forse scellerata, di prelevare 4 litri di mosto durante il travaso intermedio e di destinarli a un contenitore in vetro nel quale concludere la fermentazione di questa parte di mosto con l'aggiunta di 400gr di more di rovo intere, oltre al luppolo per il Dry Hopping che avevo previsto per la ricetta originale.
Le more sono state personalmente colte sui monti della Franciacorta ad inizio settembre e dopo averle pulite, sono state messe in congelatore per poterle conservare al meglio.
La fermentazione con l'aggiunta di more è proseguita con le stesse modalità dei 18 lt di Blond Ale ed è stata imbottigliata sempre il 19 Ottobre con l'ausilio del sifone (Per via dell'assenza di rubinetto).
Al momento ho due perplessità:
- Dato che non avevo modo di verificare la densità del mosto in questione ho dato per conclusa la fermentazione una volta conclusa quella del fermentatore principale. Spero di non essermi sbagliato, dato che l'aggiunta delle more apporta ulteriori zuccheri al mosto...
-Ho effettuato il travaso col sifone, al quale non ho applicato alcun filtro per la separazione dello "sporco" e non ho neppure eseguito un travaso in un altro contenitore perché ne ero sprovvisto.
Di conseguenza ho imbottigliato un mosto abbastanza torbido e con parecchi residui. Spero solo che questo non influisca negativamente sul risultato finale, anche se mi aspettavo una birra abbastanza torbida.
In conclusione ho imbottigliato circa 3 litri di Birra alle more che al momento riposa in attesa di essere degustata. Con ogni probabilità attenderò qualche settimana in più prima di stappare questa versione...
domenica 28 ottobre 2018
lunedì 22 ottobre 2018
Dalla plastica al vetro! Finalmente...
A fermentazione primaria terminata, per ogni Homebrewer giunge il momento di conquistare uno dei traguardi più importanti, ovvero l'imbottigliamento.
Un passaggio che per il sottoscritto ha segnato una sorta di liberazione.
Ma liberazione da cosa?
Innanzitutto dall'ansia da prestazione che ho coltivato nelle 2 settimane in cui il mosto è rimasto "Intrappolato" all'interno del fermentatore, all'interno del quale qualcosa stava succedendo, ma quel qualcosa non era ne visibile e neppure palpabile.
In secondo luogo il poter imbottigliare permette di valutare, anche se non in maniera definitiva, lo stato della birra, potendo escludere problemi di qualsiasi genere che avrebbero potuto rovinare la produzione nelle fasi precedenti.
Personalmente, trasferire la birra all'interno delle bottiglie in vetro sigillate ha permesso di tirare un sospiro di sollievo, come a dire "Ce l'abbiamo fatta!".
La cronaca dell'imbottigliamento:
Nel mio caso, il lavoro è iniziato giorni prima della data prevista dell'imbottigliamento. Trattandosi della mia prima volta ho preferito iniziare a pulire tutte le bottiglie vuote che avevo recuperato nei mesi scorsi, immergendole in acqua e ammoniaca per alcuni minuti e successivamente risciacquarle con abbondante acqua e aiutandomi con l'avvinatore ho pulito l'interno delle bottiglie per scongiurare incrostazioni varie.
Devo dire le le bottiglie che precedentemente contenevano birre rifermentate sono state quelle che mi hanno fatto tribolare maggiormente.
Ma veniamo al giorno X:
Come praticamente tutte le fasi della produzione domestica di Birra, anche l'imbottigliamento prevede la preparazione del liquido sanitizzante e la conseguenza pulizia dell'attrezzatura che andrà in contatto con il mosto.
A questo punto risciacquo di tutte le bottiglie con la soluzione sanitizzante e posizionamento sullo scolabottiglie.
A questo punto, prima di occuparmi del travaso della birra all'interno del fermentatore che servirà per imbottigliare (Pratica consigliata per eliminare i residui e le impurità depositate sul fondo), mi sono recato in cucina per preparare la soluzione di acqua e sale per il Priming.
Trovandomi nel fermentatore poco più di 18lt di mosto e dando per conclusa la fermentazione, ho sciolto circa 90gr di zucchero bianco all'interno di un pentolino con poca acqua in bollitura. Dopo aver protratto la bollitura per 5' (Per sterilizzare la soluzione zuccherina), ho raffreddato il pentolino in una bacinella con acqua e ghiaccio per permettere di raggiungere il prima possibile la temperatura ambiente.
A questo punto ho versato lo sciroppo di zucchero all'interno del fermentatore durante il travaso che ho effettuato con il sifone (E non dal rubinetto del bidone).
A travaso ultimato, dopo aver preparato la tappatrice a colonna e aver sanitizzato i tappi, ho installato il tubo e l'asta di imbottigliamento al rubinetto del fermentatore per l'imbottigliamento.
Ogni 3/4 litri imbottigliati, arrestavo la procedura per tappare le bottiglie e per dare una mescolata alla birra per evitare stratificazioni dello zucchero che non avrebbero permesso una carbonazione uniforme in tutte le bottiglie. E poi via fino a ultimare l'imbottigliamento!
Tutte le bottiglie ora riposano coperte da un canovaccio per evitare il contatto con la luce, alla temperatura di fermentazione 19/20°C in attesa che il gusto si affini e il lievito residuo consumi lo zucchero del priming per dare la giusta frizzantezza alla birra.
Ora altre 2 o meglio 3 settimane di maturazione e poi sapremo la verità.
Riposate mie piccole, riposate...
Un passaggio che per il sottoscritto ha segnato una sorta di liberazione.
Ma liberazione da cosa?
Innanzitutto dall'ansia da prestazione che ho coltivato nelle 2 settimane in cui il mosto è rimasto "Intrappolato" all'interno del fermentatore, all'interno del quale qualcosa stava succedendo, ma quel qualcosa non era ne visibile e neppure palpabile.
In secondo luogo il poter imbottigliare permette di valutare, anche se non in maniera definitiva, lo stato della birra, potendo escludere problemi di qualsiasi genere che avrebbero potuto rovinare la produzione nelle fasi precedenti.
Personalmente, trasferire la birra all'interno delle bottiglie in vetro sigillate ha permesso di tirare un sospiro di sollievo, come a dire "Ce l'abbiamo fatta!".
La cronaca dell'imbottigliamento:
Nel mio caso, il lavoro è iniziato giorni prima della data prevista dell'imbottigliamento. Trattandosi della mia prima volta ho preferito iniziare a pulire tutte le bottiglie vuote che avevo recuperato nei mesi scorsi, immergendole in acqua e ammoniaca per alcuni minuti e successivamente risciacquarle con abbondante acqua e aiutandomi con l'avvinatore ho pulito l'interno delle bottiglie per scongiurare incrostazioni varie.
Devo dire le le bottiglie che precedentemente contenevano birre rifermentate sono state quelle che mi hanno fatto tribolare maggiormente.
Ma veniamo al giorno X:
Come praticamente tutte le fasi della produzione domestica di Birra, anche l'imbottigliamento prevede la preparazione del liquido sanitizzante e la conseguenza pulizia dell'attrezzatura che andrà in contatto con il mosto.
A questo punto risciacquo di tutte le bottiglie con la soluzione sanitizzante e posizionamento sullo scolabottiglie.
A questo punto, prima di occuparmi del travaso della birra all'interno del fermentatore che servirà per imbottigliare (Pratica consigliata per eliminare i residui e le impurità depositate sul fondo), mi sono recato in cucina per preparare la soluzione di acqua e sale per il Priming.
A questo punto ho versato lo sciroppo di zucchero all'interno del fermentatore durante il travaso che ho effettuato con il sifone (E non dal rubinetto del bidone).
A travaso ultimato, dopo aver preparato la tappatrice a colonna e aver sanitizzato i tappi, ho installato il tubo e l'asta di imbottigliamento al rubinetto del fermentatore per l'imbottigliamento.
Ogni 3/4 litri imbottigliati, arrestavo la procedura per tappare le bottiglie e per dare una mescolata alla birra per evitare stratificazioni dello zucchero che non avrebbero permesso una carbonazione uniforme in tutte le bottiglie. E poi via fino a ultimare l'imbottigliamento!
Tutte le bottiglie ora riposano coperte da un canovaccio per evitare il contatto con la luce, alla temperatura di fermentazione 19/20°C in attesa che il gusto si affini e il lievito residuo consumi lo zucchero del priming per dare la giusta frizzantezza alla birra.
Ora altre 2 o meglio 3 settimane di maturazione e poi sapremo la verità.
Riposate mie piccole, riposate...
venerdì 19 ottobre 2018
Verificando la densità.
Dopo le avventure del travaso intermedio con annesso Dry Hopping, la settimana che porta all'imbottigliamento scorre velocemente. Come da programma ho previsto 2/3 letture della densità prima di essere certo di poter dare per conclusa la prima fermentazione.
Lo scorso martedì ho prelevato un primo campione di mosto, e con la cura e perizia di un "Piccolo chimico", dopo averlo preventivamente sgasato, ho provveduto a rilevare la densità...
Lo scorso martedì ho prelevato un primo campione di mosto, e con la cura e perizia di un "Piccolo chimico", dopo averlo preventivamente sgasato, ho provveduto a rilevare la densità...
1010
... perlomeno così sembra. Dico ciò perché ho riscontrato che in realtà la lettura non è per nulla semplice visto che, come spiegato da mia moglie (Che studiò con indirizzo chimico), l'effetto "Lente" che si genera attorno all'asta del densimetro potrebbe trarre in inganno.
Mi spiego meglio:
Da una prima frettolosa analisi pare che il livello del mosto indichi 1009 sulla scala graduata, ma verificando con attenzione si può notare una "bombatura" del liquido poco prima del contatto con l'asta graduata, falsandone così, anche se in minima parte, il risultato finale che risulta essere appunto 1010.
Rimando a un articolo di BirraeBirrerie.it che spiega in dettaglio l'effetto sopra descritto.
Lo stesso test della densità è stato effettuato giovedì mattina ed ha dato il medesimo esito. Quindi mi sento di dire che la fermentazione primaria possa considerarsi terminata.
Ricordo inoltre che il mosto prima dell'inoculo del lievito aveva registrato una densità di 1042 (E non 1040 come erroneamente indicato qualche post fa). Di conseguenza come da regola base abbiamo raggiunto 1/4 del valore di OG, il quale determina, seppur in via teorica, la conclusione ufficiale della fermentazione. Speriamo Bene!
A questo punto non mi rimane che organizzare l'imbottigliamento per questo weekend!
Note conclusive:
Con estrema soddisfazione ho riscontrato che dopo il travaso intermedio il mosto è diventato molto più limpido, anche se il colore rimane più scuro delle previsioni.
Dopo un assaggio del campione posso confermare che il gusto rispetto a 10 giorni fa risulta più equilibrato, meno pungente e la sensazione di astringenza iniziale sembra svanita.
Lo so, è presto per trarre conclusioni affrettate, ma avere feedback positivi mi stimola a proseguire questo splendido viaggio.
venerdì 12 ottobre 2018
Fermentazione, secondo atto.
E' tempo di cambiare... il fermentatore!
Ad una settimana esatta dalla realizzazione della cotta, questo pomeriggio mi sono dedicato al travaso del mosto in un nuovo fermentatore ben pulito e sanitizzato per dare il la alla seconda fase della fermentazione.
Chiaramente in quanto prima cotta, non mi sono fatto mancar nulla, neppure il famoso Dry Hopping. Ma non solo... ho osato ancora di più!
Ma andiamo per gradi.
Dopo aver preparato tutta l'attrezzatura correttamente pulita e sanitizzata ho volto lo sguardo, quasi in segno di sfida, al fermentatore primario che mi stava attendendo per essere aperto (Contro ogni pronostico sono riuscito a mantenerlo sigillato per tutta la settimana, senza dare mai una sbirciatina al suo interno...).
Ho aperto con un pò di timore il coperchio, stando attento a non versare il contenuto del gorgogliatore nel mosto ed immediatamente un profumo agrumato, tipico del Cascade ha pervaso la stanza. Ottimo direi! questo è quello che mi aspetto dalla mia Birra.
Al primo sguardo si può notare un uniforme cappello di schiuma che copre il mosto (Mi auguro che non si tratti di una cosa negativa).
La cosa che indubbiamente mi disturba è il colore particolarmente carico del mosto. E' vero, sapevo sin dal principio che l'utilizzo degli estratti in bollitura rende il mosto più scuro, ma mi sarei aspettato qualcosa di meno intenso.
Probabilmente dovrò cambiare il nome della mia Blond Ale visto che con ogni probabilità non sarà molto "Blond". Ma c'è di peggio!
A questo punto è ora di travasare.
Avendo deciso di acquistare un sifone (Per varie ragioni che magari spiegherò in futuro) mi organizzo per effettuare il travaso.
Per evitare do catturare troppo sporco e fondo, ho legato al terminale del tubo un Hop Bag a maglia fine come filtro.
L'operazione è risultata più semplice di quanto potessi aspettarmi e sono riuscito a travasare buona parte del mosto. Sul fondo del fermentatore primario sono comunque rimaste almeno 2 dita di lieviti esausti e scarti vari.
Ultimo step prima di chiudere il coperchio è stato quello dell'inserimento del luppolo per il Dry Hopping (Cascade 26gr e Columbus tomahawk 19gr) all'interno di 2 Hop Bag per evitare che troppi residui finiscano nella birra.
A questo punto posiziono il gorgogliatore e lascio a riposare per almeno altri 7 giorni il mosto.
Tutto sommato l'esperienza è stata parecchio positiva e nonostante un pò di indecisioni su come gestire pulizia e passaggi da effettuare senza rovinare tutto, posso ritenermi soddisfatto.
L'unico neo deriva dal fatto che oltre al colore scuro, ho trovato il mosto poco limpido. Mi auguro che questo sia dato dal fatto che la fermentazione non è ancora conclusa e magari con il travaso pre imbottigliamento il mosto risulterà maggiormente limpido.
Non mi resta che sperare in bene!
Ad una settimana esatta dalla realizzazione della cotta, questo pomeriggio mi sono dedicato al travaso del mosto in un nuovo fermentatore ben pulito e sanitizzato per dare il la alla seconda fase della fermentazione.
Chiaramente in quanto prima cotta, non mi sono fatto mancar nulla, neppure il famoso Dry Hopping. Ma non solo... ho osato ancora di più!
Ma andiamo per gradi.
Dopo aver preparato tutta l'attrezzatura correttamente pulita e sanitizzata ho volto lo sguardo, quasi in segno di sfida, al fermentatore primario che mi stava attendendo per essere aperto (Contro ogni pronostico sono riuscito a mantenerlo sigillato per tutta la settimana, senza dare mai una sbirciatina al suo interno...).
Ho aperto con un pò di timore il coperchio, stando attento a non versare il contenuto del gorgogliatore nel mosto ed immediatamente un profumo agrumato, tipico del Cascade ha pervaso la stanza. Ottimo direi! questo è quello che mi aspetto dalla mia Birra.
Al primo sguardo si può notare un uniforme cappello di schiuma che copre il mosto (Mi auguro che non si tratti di una cosa negativa).
La cosa che indubbiamente mi disturba è il colore particolarmente carico del mosto. E' vero, sapevo sin dal principio che l'utilizzo degli estratti in bollitura rende il mosto più scuro, ma mi sarei aspettato qualcosa di meno intenso.
Probabilmente dovrò cambiare il nome della mia Blond Ale visto che con ogni probabilità non sarà molto "Blond". Ma c'è di peggio!
A questo punto è ora di travasare.
Avendo deciso di acquistare un sifone (Per varie ragioni che magari spiegherò in futuro) mi organizzo per effettuare il travaso.
Per evitare do catturare troppo sporco e fondo, ho legato al terminale del tubo un Hop Bag a maglia fine come filtro.
L'operazione è risultata più semplice di quanto potessi aspettarmi e sono riuscito a travasare buona parte del mosto. Sul fondo del fermentatore primario sono comunque rimaste almeno 2 dita di lieviti esausti e scarti vari.
Ultimo step prima di chiudere il coperchio è stato quello dell'inserimento del luppolo per il Dry Hopping (Cascade 26gr e Columbus tomahawk 19gr) all'interno di 2 Hop Bag per evitare che troppi residui finiscano nella birra.
A questo punto posiziono il gorgogliatore e lascio a riposare per almeno altri 7 giorni il mosto.
Tutto sommato l'esperienza è stata parecchio positiva e nonostante un pò di indecisioni su come gestire pulizia e passaggi da effettuare senza rovinare tutto, posso ritenermi soddisfatto.
L'unico neo deriva dal fatto che oltre al colore scuro, ho trovato il mosto poco limpido. Mi auguro che questo sia dato dal fatto che la fermentazione non è ancora conclusa e magari con il travaso pre imbottigliamento il mosto risulterà maggiormente limpido.
Non mi resta che sperare in bene!
giovedì 11 ottobre 2018
Fermentazione... l'inizio della fine!
Credo che tutti coloro che per la prima volta si siano prodigati nella produzione casalingo brassicola, abbiano immaginato che la fase di fermentazione fosse la semplice conclusione del processo di realizzazione della Birra...
Dopo mesi di teoria, ero abbastanza convinto che gli step più complicati sarebbero stati la stesura della ricetta e la gestione dell'ammostamento, chiaramente senza tralasciare la fase di bollitura/raffreddamento del mosto (Che a dire il vero mi preoccupavano meno). Da li immaginavo che la vetta fosse raggiunta e con la fermentazione si potesse tirare i remi in barca perché la strada torna a scendere verso valle.
Diciamo che mi sbagliavo!
Da un certo punto di vista è vero chela responsabilità del lavoro a questo punto sarebbe stata una partita tra lievito e mosto, ma mentalmente la gestione della fermentazione ha un ruolo abbastanza stressante.
Per prima cosa l'ansia di aver eseguito tutti i passaggi senza troppi errori e soprattutto aver avuto cura della pulizia dell'attrezzatura per evitare infezioni si fa sentire non appena chiuso il fermentatore.
Angoscia che tende a svanire quando si sente il gorgogliatore sussultare come a dare il via ufficiale alla trasformazione degli zuccheri.
Ammetto inoltre che la gestione della temperatura mi ha angosciato parecchio perché per più volte nell'arco della giornata mi recavo in taverna a verificare la temperatura della stanza e del fermentatore (Complice un Ottobre molto caldo...)
Cronaca della fermentazione della Blond Ale:
-Venerdì 5 Ottobre: in serata inoculo del lievito US-05 a una temperatura del mosto di 25°C. Chiudo il fermentatore e vado a dormire.
-Sabato 6 Ottobre: di buona mattina scendo in taverna e con enorme soddisfazione mi rendo conto che la temperatura è scesa a 22°C e che la fermentazione è partita in modo abbondante ed evidente.
-Domenica 7 Ottobre: La fermentazione tumultuosa prosegue senza sosta e la temperatura nel fermentatore rimane costante a 22°C. Nella stanza il termometro segna 20°C
-Lunedì 8 Ottobre: La fermentazione prosegue come da manuale e la temperatura del mosto è scesa di 1/2 grado. Si inizia a vedere un abbondante deposito di lieviti esausti sul fondo del fusto.
-Martedi 9 Ottobre: La temperatura nel fermentatore scende a 21°C e il gorgogliatore ha calato un pò l'attività che ora risulta meno evidente.
- Mercoledì 10 Ottobre: Temperatura costante a 21°C e fin dalla mattina il gorgogliatore ha terminato l'attività. Questa cosa un pò mi preoccupa... Per scrupolo in serata prelevo un campione di mosto dal rubinetto per misurare la densità.
Una prima analisi mostra il campione saturo di gas... Infatti una prima lettura mostrava una densità di 1025! Ho preferito sgasare il campione e lasciarlo riposare per 30' prima di effettuare una seconda prova che ha dato un esito più soddisfacente. Poco sopra 1010 come si intuisce dall'immagine.
A questo punto mi sento un pò più sereno e rassicurato dall'amico Enrico di Signormalto, con il quale sto scambiando molti pareri in questo periodo, mi dirigo mentalmente verso il prossimo Venerdì, quando andrò verso il prossimo step che sarà il travaso intermedio con aggiunta di luppolo per il Dry Hop.
Chiudo confidando che ho assaggiato il mosto usato come campione per la densità e devo dire che al momento si sentono parecchi sapori che in parte mi attendevo, ma al momento trovo molto pungente l'amaro del luppolo e la piattezza della birra rende l'intruglio un pò stucchevole e leggermente astringente. Speriamo che con la maturazione il gusto evolva in meglio!
Dopo mesi di teoria, ero abbastanza convinto che gli step più complicati sarebbero stati la stesura della ricetta e la gestione dell'ammostamento, chiaramente senza tralasciare la fase di bollitura/raffreddamento del mosto (Che a dire il vero mi preoccupavano meno). Da li immaginavo che la vetta fosse raggiunta e con la fermentazione si potesse tirare i remi in barca perché la strada torna a scendere verso valle.
Diciamo che mi sbagliavo!
Da un certo punto di vista è vero chela responsabilità del lavoro a questo punto sarebbe stata una partita tra lievito e mosto, ma mentalmente la gestione della fermentazione ha un ruolo abbastanza stressante.
Per prima cosa l'ansia di aver eseguito tutti i passaggi senza troppi errori e soprattutto aver avuto cura della pulizia dell'attrezzatura per evitare infezioni si fa sentire non appena chiuso il fermentatore.
Angoscia che tende a svanire quando si sente il gorgogliatore sussultare come a dare il via ufficiale alla trasformazione degli zuccheri.
Ammetto inoltre che la gestione della temperatura mi ha angosciato parecchio perché per più volte nell'arco della giornata mi recavo in taverna a verificare la temperatura della stanza e del fermentatore (Complice un Ottobre molto caldo...)
Cronaca della fermentazione della Blond Ale:
-Venerdì 5 Ottobre: in serata inoculo del lievito US-05 a una temperatura del mosto di 25°C. Chiudo il fermentatore e vado a dormire.
-Sabato 6 Ottobre: di buona mattina scendo in taverna e con enorme soddisfazione mi rendo conto che la temperatura è scesa a 22°C e che la fermentazione è partita in modo abbondante ed evidente.
-Domenica 7 Ottobre: La fermentazione tumultuosa prosegue senza sosta e la temperatura nel fermentatore rimane costante a 22°C. Nella stanza il termometro segna 20°C
-Lunedì 8 Ottobre: La fermentazione prosegue come da manuale e la temperatura del mosto è scesa di 1/2 grado. Si inizia a vedere un abbondante deposito di lieviti esausti sul fondo del fusto.
-Martedi 9 Ottobre: La temperatura nel fermentatore scende a 21°C e il gorgogliatore ha calato un pò l'attività che ora risulta meno evidente.
- Mercoledì 10 Ottobre: Temperatura costante a 21°C e fin dalla mattina il gorgogliatore ha terminato l'attività. Questa cosa un pò mi preoccupa... Per scrupolo in serata prelevo un campione di mosto dal rubinetto per misurare la densità.
Una prima analisi mostra il campione saturo di gas... Infatti una prima lettura mostrava una densità di 1025! Ho preferito sgasare il campione e lasciarlo riposare per 30' prima di effettuare una seconda prova che ha dato un esito più soddisfacente. Poco sopra 1010 come si intuisce dall'immagine.
A questo punto mi sento un pò più sereno e rassicurato dall'amico Enrico di Signormalto, con il quale sto scambiando molti pareri in questo periodo, mi dirigo mentalmente verso il prossimo Venerdì, quando andrò verso il prossimo step che sarà il travaso intermedio con aggiunta di luppolo per il Dry Hop.
Chiudo confidando che ho assaggiato il mosto usato come campione per la densità e devo dire che al momento si sentono parecchi sapori che in parte mi attendevo, ma al momento trovo molto pungente l'amaro del luppolo e la piattezza della birra rende l'intruglio un pò stucchevole e leggermente astringente. Speriamo che con la maturazione il gusto evolva in meglio!
domenica 7 ottobre 2018
Buona la prima! Forse...
Venerdì 5 Ottobre 2018... Nasce un nuovo HomeBrewer!
Mi sembra stano, molto strano, ma alla fine ce l'ho fatta... anche io posso finalmente definirmi membro del club, anche se forse è meglio attendere il risultato finale tra qualche settimana.
Mi ero preparato a lungo e credevo di poter avere tutto sotto controllo. E infatti mi sbagliavo.
Partiamo col dire che la cotta, compresa preparazione e pulizia è durata oltre 5 ore (Ne avevo pronosticate al massimo 3...). Ma chiaramente nulla è come ci si aspetta e il tempo corre, corre forte.
Dopo aver perso circa 30' tra l'organizzazione dell'attrezzatura e la preparazione dei malti, mi sono dedicato alla messa in temperatura dell'acqua di mash. Poco prima di raggiungere i 70°C previsti per il mash in, ho trattato l'acqua con del succo di limone con l'intento di abbassare il pH. Da qui il primo problema, il misuratore di pH non funziona! Quindi risolvo spremendo il limone "A occhio" sperando di aver abbassato il pH, ma non troppo.
A questo punto, una volta raggiunta la temperatura ideale, parto con l'inserimento dei grani, sincerandomi di coprirli perfettamente nell'acqua per una perfetta estrazione. Ma la pentola è in alluminio molto sottile e ben presto mi rendo conto che la temperatura di disperde molto più rapidamente di quanto pensassi. Poco male, ogni 15' circa mescolo e riaccendo la fiamma avendo cura di non "Bruciare" la sacca con i grani. Operazione riuscita, o almeno spero...
Passati 60' ritengo avvenuta la conversione in zuccheri, ritengo perché mi sono scordato di acquistare la tintura di iodio...
Effettuo una sorta di lavaggio trebbie con 5 litri di acqua che poi verso nella pentola principale, per poi partire con la rampa che mi avrebbe portato alla bollitura del mosto. Un tempo infinito perché il fornello troppo piccolo non permette di alzare rapidamente la temperatura. Decido quindi di spostare la pentola sul fornello più grande e la bollitura in poco tempo parte vigorosa.
Prima gittata di luppolo a 60', lunga attesa fino alla seconda gittata a 20' e terza gittata finale a 5' dal termine della bollitura.
Neppure il tempo di tirare un sospiro di sollievo per aver terminato la cotta, che mi rendo conto che la fase di raffreddamento sarebbe stata più lunga del previsto. 12 litri senza serpentina e con poco ghiaccio sono difficili da portare a 25°C. Ma dopo 35' ce l'ho fatta!
A questo punto verso il mosto nel fermentatole, aggiungo l'acqua per arrivare al livello di 23lt. e mi accorgo di aver compiuto 2 errori...
Prima di tutto al temperatura era di 26° (Un pò elevata per l'inoculo del lievito) e soprattutto ho versato nel fermentatole quasi 24lt.
Quest'ultima, oltre al fatto di aver mal previsto l'efficenza dell'impianto, ha portato la OG a 1040 (Rispetto ai 1045 previsti). Comunque nessun problema perché sono all'interno dello stile come da BJCP.
Per la temperatura invece nessun problema, infatti dopo poco sono riuscito ad abbassare di un paio di gradi.
A questo punto inoculo il lievito (US-05), mescolo energicamente e posiziono il gorgogliatole. Copro il fermentatole e vado a letto! Domani pulirò le pentole...
Nei prossimi giorni vi racconterò i progressi della fermentazione, sperando in bene.
Sono stanco ma ho capito come ottimizzare i tempi per il futuro. Comunque la mia prima cotta è andata a buon fine!
Mi sembra stano, molto strano, ma alla fine ce l'ho fatta... anche io posso finalmente definirmi membro del club, anche se forse è meglio attendere il risultato finale tra qualche settimana.
Mi ero preparato a lungo e credevo di poter avere tutto sotto controllo. E infatti mi sbagliavo.
Partiamo col dire che la cotta, compresa preparazione e pulizia è durata oltre 5 ore (Ne avevo pronosticate al massimo 3...). Ma chiaramente nulla è come ci si aspetta e il tempo corre, corre forte.
Dopo aver perso circa 30' tra l'organizzazione dell'attrezzatura e la preparazione dei malti, mi sono dedicato alla messa in temperatura dell'acqua di mash. Poco prima di raggiungere i 70°C previsti per il mash in, ho trattato l'acqua con del succo di limone con l'intento di abbassare il pH. Da qui il primo problema, il misuratore di pH non funziona! Quindi risolvo spremendo il limone "A occhio" sperando di aver abbassato il pH, ma non troppo.
A questo punto, una volta raggiunta la temperatura ideale, parto con l'inserimento dei grani, sincerandomi di coprirli perfettamente nell'acqua per una perfetta estrazione. Ma la pentola è in alluminio molto sottile e ben presto mi rendo conto che la temperatura di disperde molto più rapidamente di quanto pensassi. Poco male, ogni 15' circa mescolo e riaccendo la fiamma avendo cura di non "Bruciare" la sacca con i grani. Operazione riuscita, o almeno spero...
Passati 60' ritengo avvenuta la conversione in zuccheri, ritengo perché mi sono scordato di acquistare la tintura di iodio...
Effettuo una sorta di lavaggio trebbie con 5 litri di acqua che poi verso nella pentola principale, per poi partire con la rampa che mi avrebbe portato alla bollitura del mosto. Un tempo infinito perché il fornello troppo piccolo non permette di alzare rapidamente la temperatura. Decido quindi di spostare la pentola sul fornello più grande e la bollitura in poco tempo parte vigorosa.
Prima gittata di luppolo a 60', lunga attesa fino alla seconda gittata a 20' e terza gittata finale a 5' dal termine della bollitura.
Neppure il tempo di tirare un sospiro di sollievo per aver terminato la cotta, che mi rendo conto che la fase di raffreddamento sarebbe stata più lunga del previsto. 12 litri senza serpentina e con poco ghiaccio sono difficili da portare a 25°C. Ma dopo 35' ce l'ho fatta!
A questo punto verso il mosto nel fermentatole, aggiungo l'acqua per arrivare al livello di 23lt. e mi accorgo di aver compiuto 2 errori...
Prima di tutto al temperatura era di 26° (Un pò elevata per l'inoculo del lievito) e soprattutto ho versato nel fermentatole quasi 24lt.
Quest'ultima, oltre al fatto di aver mal previsto l'efficenza dell'impianto, ha portato la OG a 1040 (Rispetto ai 1045 previsti). Comunque nessun problema perché sono all'interno dello stile come da BJCP.
Per la temperatura invece nessun problema, infatti dopo poco sono riuscito ad abbassare di un paio di gradi.
A questo punto inoculo il lievito (US-05), mescolo energicamente e posiziono il gorgogliatole. Copro il fermentatole e vado a letto! Domani pulirò le pentole...
Nei prossimi giorni vi racconterò i progressi della fermentazione, sperando in bene.
Sono stanco ma ho capito come ottimizzare i tempi per il futuro. Comunque la mia prima cotta è andata a buon fine!
sabato 6 ottobre 2018
Blond Ale: la ricetta della mia prima Birra...
Finalmente ci siamo!
Tanto studio e ricerca per riuscire a definire la prima birra interamente ideata e prodotta in casa dal sottoscritto.
Mesi fa, quando iniziai a documentarmi, credevo che la prima Birra che avrei realizzato sarebbe stata una American IPA, che a quel tempo (Ma ancora oggi) mi affascinava molto. Per alcune ragioni, ma soprattutto perché in famiglia non apprezzano molto Birre estremamente amare e luppolate, ho virato i miei pensieri su una birra meno "impegnativa".
Rimaneva comunque il dilemma di quale tecnica avrei utilizzato per brasare la mia prima Ricetta.
All'inizio era ferma in me la convinzione che avrei lavorato in All-Grani con la tecnica BIAB, che ritenevo la soluzione migliore senza dover immediatamente ricorrere ai "3 tini", ma dopo aver letto "Progettare grandi Birre" ho compreso che la soluzione ideale per una prima cotta senza troppo stress sarebbe stata con la tecnica E+G.
Da qui nelle ultime settimane ho abbozzato una ricetta che ho via via modificato con l'aiuto di altri HomeBrewers interpellati sul web, fino ad arrivare alla definitiva Blond Ale che definirei evidentemente luppolata.
Tra i dubbi principali, mi preoccupa il non conoscere l'efficenza del mio impianto. Dovendo fare infatti un mini mash, l'efficenza non sarà sicuramente del 100% (Come nel caso di utilizzo di solo estratto), ma posso solo ipotizzare un valore del 90% che eventualmente andrò a correggere su cotte future!
Effettuerò un ammostamento portando l'acqua a 70°C e cercando nel tempo di mantenerla per 60 minuti, senza scendere sotto i 68°. Questo sarà il mio obbiettivo.
Per il resto, dopo la bollitura cercherò di raffreddare il più velocemente possibile il mosto con acqua e ghiaccio, perché per il momento non dispongo di altri sistemi di raffreddamento.
Speriamo bene!
Tra i vari che mi hanno aiutato una menzione particolare va a "Signormalto" che come sempre si è reso disponibile a rispondere a tutte le mie richieste di informazione... Grazie davvero!
Di seguito la ricetta:
Tanto studio e ricerca per riuscire a definire la prima birra interamente ideata e prodotta in casa dal sottoscritto.
Mesi fa, quando iniziai a documentarmi, credevo che la prima Birra che avrei realizzato sarebbe stata una American IPA, che a quel tempo (Ma ancora oggi) mi affascinava molto. Per alcune ragioni, ma soprattutto perché in famiglia non apprezzano molto Birre estremamente amare e luppolate, ho virato i miei pensieri su una birra meno "impegnativa".
Rimaneva comunque il dilemma di quale tecnica avrei utilizzato per brasare la mia prima Ricetta.
All'inizio era ferma in me la convinzione che avrei lavorato in All-Grani con la tecnica BIAB, che ritenevo la soluzione migliore senza dover immediatamente ricorrere ai "3 tini", ma dopo aver letto "Progettare grandi Birre" ho compreso che la soluzione ideale per una prima cotta senza troppo stress sarebbe stata con la tecnica E+G.
Da qui nelle ultime settimane ho abbozzato una ricetta che ho via via modificato con l'aiuto di altri HomeBrewers interpellati sul web, fino ad arrivare alla definitiva Blond Ale che definirei evidentemente luppolata.
Tra i dubbi principali, mi preoccupa il non conoscere l'efficenza del mio impianto. Dovendo fare infatti un mini mash, l'efficenza non sarà sicuramente del 100% (Come nel caso di utilizzo di solo estratto), ma posso solo ipotizzare un valore del 90% che eventualmente andrò a correggere su cotte future!
Effettuerò un ammostamento portando l'acqua a 70°C e cercando nel tempo di mantenerla per 60 minuti, senza scendere sotto i 68°. Questo sarà il mio obbiettivo.
Per il resto, dopo la bollitura cercherò di raffreddare il più velocemente possibile il mosto con acqua e ghiaccio, perché per il momento non dispongo di altri sistemi di raffreddamento.
Speriamo bene!
Tra i vari che mi hanno aiutato una menzione particolare va a "Signormalto" che come sempre si è reso disponibile a rispondere a tutte le mie richieste di informazione... Grazie davvero!
Di seguito la ricetta:
Blonde Ale - E+G
Litri in pentola : | 12 |
OG preboil: | 1185 |
Min bollitura: | 60 |
Litri in fermentatore : | 23 |
Efficienza : | 90 % |
OG : | 1044 |
ABV : | 4.4 % |
Plato : | 11 |
IBU : | 24.3 |
BU/GU : | 0.55 |
EBC : 7
Malti e Fermentabili
Light | Estratto Liquido | 2400 gr | 65 % |
Pale | Grani | 400 gr | 11 % |
Biscuit | Grani | 400 gr | 11 % |
Light | Estratto Secco | 250 gr | 7 % |
CaraPils | Grani | 150 gr | 4 % |
Fiocchi di Orzo | Fiocchi | 100 gr | 3 % |
Luppoli
Columbus (Tomahawk) (AA 17) | 9 gr | 60 min | Pellet |
Cascade (AA 6.9) | 14 gr | 20 min | Pellet |
Cascade (AA 6.9) | 16 gr | 5 min | Pellet |
Columbus (Tomahawk) (AA 17) | 19 gr | Dry-Hop | Pellet |
Cascade (AA 6.9) | 26 gr | Dry-Hop | Pellet |
Lieviti
SafAle US 05 Dry | US-05 |
giovedì 4 ottobre 2018
HomeBrewing: il punto della situazione ...
Dopo la lunga pausa estiva che ha portato a numerose riflessioni prevalentemente a tema brassicolo, e soprattutto dopo lunghissimi mesi di studio e scambio di opinioni sul web con esperti Homebrewers, è finalmente giunto il tempo di dar fuoco alle polveri.
...ma facciamo un passo indietro per il punto della situazione:
- Agosto mi ha permesso di chiudere la lettura di libri dedicati all'arte dell'HomeBrewing con l'ultimo testo che avevo in programma "Progettare grandi ricette" di Ray Daniels.
(Nei mesi precedenti avevo già letto: "Il piacere della Birra" e "La tua Birra fatta in casa" rispettivamente di Slow Food Editore e di Bertinotti/Faraggi)
- Nell'ultimo periodo non mi sono fatto comunque mancare le lunghe sessioni su canali YouTube di HomeBrewers più o meno esperti.
- Ho inoltre lasciato traccia di me su forum dedicati alla Birra home made, in cerca di suggerimenti e per carpire trucchi e segreti per le mie prime ricette.
-Avvalendomi della lettura (Più che lettura sarebbe meglio dire studio...) di "Progettare grandi Birre" ho deciso di iniziare a realizzare la mia prima Birra con la tecnica E+G che al momento ritengo la più sensata per il mio livello di conoscenza, anche se credo che non sarà facile approcciare subito a questa tecnica senza passare prima per la classica latta di malto amaricato... Per alcune ragioni che spiegherò in un post futuro, ho deciso di realizzare come prima produzione una Blond Ale.
- A questo punto mancava solo l'attrezzatura... Il fato ha voluto che il mio compleanno ricada a fine Settembre, e quale migliore occasione per farsi regalare dalla moglie il KIT Birramia con doppio fermentatole e tutti gli accessori?
Per la pentola al momento me ne farò bastare una in alluminio da 16lt sottratta di nascosto a mia madre che usava anni fa per la conserva, ma che da tempo riposava in fondo a un armadio.
- In settimana ho ricevuto i malti e i luppoli che ho ordinato, in base alla ricetta che andrò a realizzare (I ragazzi/e di Birramia sono stati davvero molto pazienti ... ). Della ricetta ne parlerò in un post successivo.
Dovrebbe esserci tutto!
Il tempo è giunto...
...ma facciamo un passo indietro per il punto della situazione:
- Agosto mi ha permesso di chiudere la lettura di libri dedicati all'arte dell'HomeBrewing con l'ultimo testo che avevo in programma "Progettare grandi ricette" di Ray Daniels.
(Nei mesi precedenti avevo già letto: "Il piacere della Birra" e "La tua Birra fatta in casa" rispettivamente di Slow Food Editore e di Bertinotti/Faraggi)
- Nell'ultimo periodo non mi sono fatto comunque mancare le lunghe sessioni su canali YouTube di HomeBrewers più o meno esperti.
- Ho inoltre lasciato traccia di me su forum dedicati alla Birra home made, in cerca di suggerimenti e per carpire trucchi e segreti per le mie prime ricette.
-Avvalendomi della lettura (Più che lettura sarebbe meglio dire studio...) di "Progettare grandi Birre" ho deciso di iniziare a realizzare la mia prima Birra con la tecnica E+G che al momento ritengo la più sensata per il mio livello di conoscenza, anche se credo che non sarà facile approcciare subito a questa tecnica senza passare prima per la classica latta di malto amaricato... Per alcune ragioni che spiegherò in un post futuro, ho deciso di realizzare come prima produzione una Blond Ale.
- A questo punto mancava solo l'attrezzatura... Il fato ha voluto che il mio compleanno ricada a fine Settembre, e quale migliore occasione per farsi regalare dalla moglie il KIT Birramia con doppio fermentatole e tutti gli accessori?
Per la pentola al momento me ne farò bastare una in alluminio da 16lt sottratta di nascosto a mia madre che usava anni fa per la conserva, ma che da tempo riposava in fondo a un armadio.
- In settimana ho ricevuto i malti e i luppoli che ho ordinato, in base alla ricetta che andrò a realizzare (I ragazzi/e di Birramia sono stati davvero molto pazienti ... ). Della ricetta ne parlerò in un post successivo.
Dovrebbe esserci tutto!
Il tempo è giunto...
Iscriviti a:
Post (Atom)