giovedì 29 novembre 2018

La camera di fermentazione autocostruita

Da qualche parte tempo fa lessi una frase che più o meno recitava: "Il birraio fa il Mosto, la Birra la fa il lievito".

Più ci si addentra nel mondo della produzione casalinga della Birra e più ci si accorge che questa affermazione non è assolutamente fuori luogo. Anzi...

Non per sminuire il lavoro manuale degli Homebrewers o di qualsiasi mastro birraio, senza il quale il lavoro dei lieviti sarebbe inutile, ma se gli appassionati bevitori di Birra possono degustare stili, aromi e sapori differenti, buona parte del merito va dato proprio ai lieviti.

Oggi comunque non voglio fare l'elogio dei batteri che svolgono l'ingrato compito di fermentare il mosto, ma al contrario desidero porre il punto sull'aiuto che possiamo dare ai lieviti per consentire di portare a termine la trasformazione da mosto a Birra nel migliore dei modi e senza generare sapori e profumi indesiderati o persino sgradevoli. 

Ma quale supporto possiamo dare?
Il corretto controllo della temperatura di fermentazione. 

Nel piccolo angolo della taverna dedicato alla Birrificazione, non potendo permettermi lo spazio per un più lussuoso congelatore a pozzo da modificare, ho dovuto optare per la realizzazione di un box coibentato realizzato con materiali acquistati o di recupero, che però possano permettere di raggiungere l'obiettivo del controllo della temperatura.

Nel video seguente, la presentazione della cella di fermentazione controllata dal termostato Inkbrid ITC-308S, e raffreddata grazie a una ventola e con bottiglie di acqua congelata. Per il riscaldamento invece ho optato per la più classica fascia riscaldante.

Buona Visione.

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